Impossibile non parlarne. Impossibile dimenticarlo. La
partenza di Paulo Dybala da Torino lascia un vuoto. Senza di lui rimane una
Juventus “più leggera”, senza il suo “peso specifico” del puro talento. Agile
elegante: dribbla si gira e tira. A Giocare a calcio non gli deve insegnare
nessuno, a toccare il pallone con magia neppure. Eppure è successo che a uno
come lui si rinunci. In nome di cosa? Della sua delicatezza, del suo stato di
grazia ballerino. Un giorno gioca da Dio, un altro gli manca l’ispirazione. Un
altro l’energia. In questo calcio non c’è spazio per genio e sregolatezza. Il
carattere di Paulo timido che gioca per puro divertimento cozza con
l’ossessione di vincere a tutti i costi. Non è una questione di prezzo, ma di
apprezzamento. Paulo vale. È prezioso, come un vaso di Boemia. Delicatissimo, come un vaso di
Boemia. Rischia sempre di rompersi e spesso quasi si rompe. E allora? Prendere
o lasciare. E allora lasciare! Non senza dubbi non senza rimpianti. E adesso
che i suoi “veli” non saranno più dedicati ai tifosi bianconeri, che i suoi gol
su punizione ci arriveranno come punizione divina indietro e che i suoi giochi
di prestigio sull’erba non faranno più brillare i nostri occhi: adesso possiamo
dire con certezza che è stato un onore aver avuto alla Juve uno dei migliori.
Le partite più belle le abbiamo vissute con PD10 in campo a rinfrescare idee e
gioco ai compagni, regalando splendidi gol e i non da meno assist. Non abbiamo
dimenticato Platini non abbiamo dimenticato Del Piero e non dimenticheremo
Dybala, partito quando era pronto a restare. Il suo tocco leggero alla palla
che vola: vola via. Con il cuore “ciao ciao”. Presto un nuovo club saprà
“accarezzarlo” così come lui solo accarezza il pallone.
CALCIO
Dybala, non c'è spazio per "genio e sregolatezza"
L'argentino lascerà la Juventus: quanto mancherà il suo talento a questa Juve?