ZONA BELLI
L'arte del Francescoli della Turrita
L'uruguaiano Souza si è regalato per il suo 27.esimo compleanno un pomeriggio da incorniciare
Pubblicato il 09.08.2022 08:38
di Alan Del Don
Al Kunstmuseum di Vaduz la cosiddetta arte povera occupa uno spazio privilegiato nella collezione della struttura che è il perno dell'arte moderna e contemporanea del Liechtenstein. Nel Principato, domenica, la partita fra i padroni di casa allenati dal grande ex Alessandro Mangiarratti e l'ACB è stata una mostra a cielo aperto ricca di emozioni. Un saliscendi da fare invidia ai "Topici" di Aristotele, dove il nesso causale tra gioia e dolore (o viceversa) è emblematico di quanto siano l'anima e la psiche a guidare l'essere umano.  
Che partita che è stata. Quasi di Coppa, oseremmo dire, se non fossero due Paesi diversi. I granata privi del bomber e capitano Sergio Cortelezzi sono scesi in campo con quella "garra charrua" - ossia tenacia, grinta ed agonismo - tipica soprattutto dei calciatori sudamericani. E che in un match sulla carta impegnativo (e che arrivava dopo la scoppola casalinga contro lo Stade Losanna) era l'unica via percorribile per ovviare ad una rosa ancora ridottissima. Di solito in questi casi salgono in cattedra i giocatori con più classe. Così è stato. Con una ventina di giorni di anticipo, Cristian Souza si è regalato per il suo 27.esimo compleanno un pomeriggio da incorniciare. L'esterno uruguagio ha trascinato i compagni. Si è trasformato nel suo connazionale, di fama internazionale, Pablo Atchugarry. Un artista della scultura astratta che al Kunstmuseum non sfigurerebbe. Il fantasista granata ha disegnato geometrie, pennellato palloni, spronato a cuore aperto l'undici messo in campo da mister Sesa, anche lui in palla. 
A completare l'opera perfetta, quella che rimane impressa negli occhi dei visitatori di un'esposizione, ci ha pensato l'altro ariete uruguaiano, quel Rodrigo Pollero che si è finalmente sbloccato non facendo rimpiangere affatto l'infortunato Cortelezzi. Nella stagione 2020-2021 nello Sciaffusa aveva bucato la rete 19 volte in 32 sfide. In maglia granata sono state le sue prime due reti "ufficiali". E non saranno le ultime. Deve sentirsi coccolato, godere della fiducia di compagni e staff. In queste condizioni può dare il massimo.  
La squadra ha dimostrato, ancora una volta dopo il pareggio in extremis contro il Thun, di avere carattere. Di non lasciarsi abbattere dalle avversità e, in particolare, di essere unita. Ma ciò non sorprende. La forte presenza di calciatori sudamericani è coinvolgente; sono per natura molto attaccati alla maglia che indossano. Questo ACB sembra il Cagliari che, a partire dagli anni Novanta, aveva accolto giocatori uruguagi dal piede vellutato e dal forte carisma. Facendo i debiti paragoni, Souza può diventare il Francescoli della Turrita. E Pollero il novello Dario Silva, il "Sa Pibinca", come lo chiamavano i tifosi sardi, visto che in campo non stava mai fermo facendo ammattire gli avversari. E quello splendido messaggio d'affetto rivolto al capitano fermo ai box ("Fuerza Sergio") è l'immagine più bella di questo entusiasmante inizio di stagione. L'ACB c'è e balla la rumba.