Chissà, magari alla fine aveva
poi ragione Oscar Wilde, quando sosteneva che “le follie sono le uniche cose
che non si rimpiangono mai”. A Bellinzona l’ultima settimana scarsa è stata a
dir poco dissennata dal punto di vista calcistico, con l’ACB che si è trovato
senza timoniere dopo che David Sesa aveva compiuto un mezzo miracolo (7 punti
in cinque partite) con una squadra incerottata e senza ricambi all’altezza. Lo
zuccherino della scontata vittoria in Coppa Svizzera (con le prime reti
stagionali di Tresor Samba) non serve certo per addolcire una pillola
amarissima che ha creato malumori fra i tifosi. Sconfiggere il Widnau
equivaleva ad una passeggiata di salute. La buona notizia, semmai, è il debutto
degli uruguaiani Franco Romero (finalmente un marcantonio a centrocampo: ci
fosse stato prima, forse, i granata non avrebbero incassato quella doppia
batosta fra le mura amiche…) e Thomas Chàcon, nonché del portiere Alexander
Muci, seppur per pochi minuti.
In una città ventosa come la
Turrita, è impossibile non udire i borbottii della piazza. Andando nel sole che
abbaglia nell’omonima piazza, poi, avrebbe detto Eugenio Montale, “sentire con
triste meraviglia” che quell’entusiasmo generato dalla promozione in Challenge
League si sta viepiù assopendo. Oggi è timido, non più gioioso come a fine
primavera. Ecco perché, in questo momento, da parte della dirigenza, è
fondamentale mettere in atto un’operazione simpatia, imprescindibile per
riconquistare la fiducia della maggioranza dei fedelissimi.
Suggerimenti? Eccoli. Ad esempio
si potrebbe offrire l’entrata alla prossima partita, quella di sabato 27 agosto
contro il Neuchâtel Xamax, a chi si presenta con una maglietta color granata.
In questo modo il Comunale assumerebbe le tonalità di quel catino che era ai
tempi del glorioso ACB dei brasiliani Paulo Cesar Camassuti e Mario Sergio.
Finora il pubblico, inutile negarlo, ha risposto sì presente ma non nei numeri
che era legittimo aspettarsi. Nelle prime tre partite casalinghe gli spettatori
sono stati 1.369 contro il Losanna, 1.200 contro lo Stade Losanna e 1.426
contro l’Aarau. Una media, dunque, di 1.331 tifosi. Vero, molti erano in
vacanza. Adesso in ogni modo dovrebbero essere tornati, considerando che lunedì
iniziano le scuole. La giustificazione delle ferie non potrà più reggere.
La società, buttiamo lì un’altra
idea, sabato alla fine del match potrebbe organizzare una maccheronata. Come
dessert non sarebbe male un discorso dei vertici dell’ACB. Con i classici due
piccioni con una fava finirebbe il silenzio stampa e il popolo granata verrebbe
tranquillizzato dai dirigenti in persona. Aggiungiamoci pure, quale ciliegina
sulla torta, il nome del nuovo allenatore. Negli ultimi giorni c’è stata una
ridda di voci, spesso alimentate dai discorsi da bar. Jacobacci? Manicone?
Maccoppi? Mah. Questa situazione di incertezza non è il massimo. E non potrà
durare a lungo. Dopo lo Xamax, l’ACB è atteso dall’Yverdon e dal Wil fuori casa,
ossia rispettivamente dalla seconda (a pari punti con il Losanna) e dalla prima
in classifica in questo momento, e dallo Sciaffusa il 2 ottobre. Impegni ostici
che necessitano di una guida sicura, con tutto il bene che si può volere a
Fernando Cocimano, vice di Sesa e mister ad interim.
Concludiamo con una nota, si
spera, benaugurante a livello di ricorrenza in vista della sfida contro i
neocastellani. Il 28 agosto 2008 l’ACB superò il secondo turno preliminare di
Coppa UEFA sconfiggendo gli ucraini dell’FC Dnipro Dnipropetrovsk con reti di Shkëlzen
Gashi e Iacopo La Rocca. Il primo è ancora in attività (gioca nell’Aarau),
mentre il secondo si è ritirato nel 2019. Quell’estate fu storica per il
Bellinzona e culminò nella doppia sfida con il Galatasaray. Indimenticabili le
emozioni vissute il 18 settembre dai 12.300 presenti al Sankt Jakob di Basilea
nell’onorevolissima sconfitta per 3-4 dell’undici della capitale (gol di
Lustrinelli, Sermeter e di La Rocca) allenato da quel Marco Schällibaum che lo
scorso aprile era tornato sulla panchina granata. Vi era rimasto per sole sei
partite, ottenendo tuttavia l’agognata promozione.
“Per me ci sono dei valori che
nel calcio, ma soprattutto nella vita, vengono prima di tutto. E se questi
vengono a mancare…”, disse, valigia alla mano, a metà giugno, prima di assumere
le redini dell’Yverdon. Chiamateli incroci, casi della vita o, semplicemente,
destino. Quello che è certo è che quell’estate di quattordici anni fa era stata
coinvolgente. Quella del 2022 decisamente meno. Ma basta una scintilla per
riconquistare l’amore dei tifosi bellinzonesi. La fiammella della passione è
perennemente accesa. Brucia nel cuore. Va (semplicemente) alimentata. Bisogna
evitare che si spenga. Forza, dai. Che l’operazione simpatia abbia inizio.
(Foto Putzu)