IL LUGANOLOGO
L'attacco piange, la difesa convince
Solo un gol in due partite ma non è tutto così negativo in casa HC Lugano
Pubblicato il 21.09.2022 10:28
di Doriano Baserga
Un gol fatto e uno subìto in due partite. Stessimo parlando di una squadra di calcio, non ci sarebbe nulla di strano, anche se ormai nel mondo del pallone i risultati sono molto più roboanti. 
Da una parte la difesa, o meglio, il sistema difensivo, già affidabile. Dall'altro l'attacco, che a parte un golletto con il difensore Andersson contro l'Ajoie, non trova la via del gol. 
Due facce della stessa medaglia, di un Lugano partito con il freno a mano tirato, ancora in cerca di una vera e propria identità.
La sconfitta contro lo Zurigo in verità brucia: la squadra di McSorley non avrebbe meritato di perdere. È vero, le occasioni da reti non sono state tantissime, ma i bianconeri, giusto riconoscerlo, ci hanno almeno provato.   
E se è vero che i due portieri, Koskinen da una parte e Hrubec dall’altra, hanno fatto un paio di parate spettacolari, è innegabile che qualcosa sotto porta sia mancato. 
Come ieri sera confermava anche Giovanni Morini negli spogliatoi: “dobbiamo fare di più noi attaccanti, non è normale segnare solo una rete in due partite e non possiamo pretendere che Koskinen pari tutto. Da venerdì si cambia marcia.”
Eh già, adesso è il momento di cambiare marcia. Prima a Ginevra ("Tutti possono battere tutti", dice ancora Morini), il giorno dopo in casa contro il Losanna. Due partite in 24 ore che ci diranno di più su questa squadra, che martedì prossimo sarà poi attesa alla Gottardo Arena al primo derby stagionale. Sarà importante arrivarci con un po' di fiducia nel serbatoio.
Ieri sera lo spogliatoio sembrava affranto, negli occhi dei giocatori ho visto tanta delusione che bisognerà presto tradurre in voglia di ritornare in pista per fare meglio.
Arrivato Connolly, con Carr sempre assente, sulla carta questo Lugano ha ancora ampi margini di miglioramento. Il tempo c'è, la stagione è appena iniziata. Non bisogna farsi prendere dal panico: la squadra deve rimanere unita e i tifosi, ancora un po' freddini alla Corner Arena, devono sostenerla.