Cinema
Ritorno al Futuro
Un film che cerca di parlare del tempo
Pubblicato il 10.10.2022 06:00
di Angelo Lungo
Nelle “Confessioni” Sant'Agostino si faceva la domanda su cosa fosse il tempo. E osservava che se ne nessuno ce lo chiede, lo sappiamo bene. Ma se tentassimo di darne una spiegazione a chi ci pone la questione, non siamo capaci di rispondere.
Si tratta, infine, di una dimensione. E spiega che i tempi sono tre: presente del passato, la storia; presente del presente, la visione; presente del futuro, l'attesa. Tempi che si trovano sono nella nostra anima.
Doc (Christopher Lloyd) e Marty (Michael J. Fox) si sono incontrati di nuovo. E si sono abbracciati, si sono accolti, con affetto e comprensione. Certi legami sono intensi, sembrano quasi eterni, spesso sono nati per caso. Sono trascorsi 37 anni da quando uscì il primo film della trilogia “Ritorno al Futuro”, diretto da Robert Zemeckis e prodotto da Steven Spielberg.
Chi non vorrebbe avere una macchina particolare? Quella che ci consentirebbe di viaggiare nel tempo. Cambiare le scelte fatte. Modificare gli eventi. Non essere travolti dal vissuto. Essere padroni della propria vita. È l'ambizione quando diventa illusoria e che connota l'umano; forse pura superbia: il peccato più grave che si possa commettere.
La trilogia era divertente eppure poneva una domanda fondamentale. L'esistenza è casualità oppure c'è un destino?
Non solo: parlava di un passato magico e rassicurante e di un futuro che poteva dipendere dalle nostre azioni.
E se poi bastasse solo del buon senso? Per poter continuare a percorrere le nostre strade.
Nella mitologia greca il tempo ha varie rappresentazioni. Kairos è la personificazione dell'opportunità e del nuovo, incita a cogliere l'istante. È raffigurato come un giovane con le ali sulla schiena e ai piedi, regge una bilancia che egli stesso disequilibra. Invita al presente e ad annusare la sua essenza profonda. Non il tempo cronologico, uguale, ripetitivo e quantitativo. È il tempo cairologico, quello della coscienza e che ci indica che le possibilità sono da cogliere: ora, qui e adesso.
Chiosa Doc: “Il vostro futuro non è scritto, il futuro di nessuno è scritto, il futuro è come ve lo creerete voi perciò createvelo buono”.