Ha una grande fortuna l’ACB. Ed è quella che le altre squadre stanno
giocando a “ciapa no”, sprecando delle occasioni per la prima vera fuga del
campionato. L’ultimo in ordine di tempo è stato il Losanna, che ha perso il
derby nei minuti di recupero. Così, dopo dieci partite, fatta eccezione per
Vaduz e Xamax, troviamo otto compagini racchiuse in sei punti. Dai 13 dei
granata ai 19 dell’attuale leader, il sorprendente Wil. I giochi sono ancora
aperti anche perché – lo abbiamo già scritto – con ogni probabilità quello in
corso sarà il campionato più equilibrato nella storia recente della Challenge
League. Si può vincere od essere sconfitti da tutti.
E il Bellinzona lo sa maledettamente bene. L’imbarazzante prestazione di
venerdì sera in terra neocastellana dovrà essere gestita con accortezza. Il
saggio Tosetti l’ha detto in modo chiaro a fine match: “Dobbiamo ritrovare la
serenità fuori e dentro il campo”. Nulla di eccezionale, sia chiaro, in quanto
quello stato d’animo il sodalizio lo sta cercando dalla fine della scorsa
stagione. La promozione ottenuta prima dietro le quinte a causa della rinuncia
del Breitenrain e poi sul rettangolo verde ha mascherato i problemi che il club
stava vivendo. La separazione da Marco Schällibaum prima e, poi, il prematuro
fuggi fuggi di mister David Sesa a seguito delle intromissioni del patron,
hanno complicato il ritorno dell’ACB nel calcio che conta e l’avvio della
corrente stagione. La squadra, seppur raffazzonata, ha risposto con orgoglio,
dedizione e rispetto per la maglia durante l’interinato garantito da Fernando
Cocimano.
In seguito è arrivato Baldo Raineri. Se Sesa aveva un’utilitaria che
necessitava soltanto di fare chilometri per conoscere a fondo le strade,
l’allenatore italiano si è trovato fra le mani una macchina sportiva. Doveva
solo girare la chiave e farla viaggiare al massimo. Fuor di metafora: Sesa
aveva una rosa ridotta all’osso, Raineri dei ricambi all’altezza dopo una
sontuosa campagna acquisti. Finora, tuttavia, ha deluso. Tre partite,
altrettante sconfitte, 1 gol segnato ed 8 subiti. Contro lo Xamax la squadra si
è smarrita dopo 5 minuti. Sembrava che i giocatori avessero paura di sbagliare.
Non sono tranquilli? Non sta a noi giudicare, non conoscendo quello che succede
in quel luogo sacro ed invalicabile chiamato spogliatoio, come ama definirlo
l’Imperatore Fatih Terim.
Ecco, in questo momento ci vorrebbe un leone come lui sulla panchina
granata. Bastone e carota. All’ACB serve una guida che sappia distillare nelle
giuste dosi tranquillità e grinta, calma e mordente. Il ritiro che il club ha
svolto a metà settembre a Novarello, per quanto si è visto finora, non ha dato
i frutti sperati. Il carattere di sicuro non manca, e non potrebbe essere
altrimenti alla luce dei numerosi giocatori sudamericani. Per non pregiudicare
già prima della pausa per i Mondiali la stagione, servono un leader a bordo
campo ed uno nell’undici titolare. Baldo deve dimostrare di essere in grado di
allenare una squadra che, a parole, punta in alto.
“È l’occasione della mia vita”, ha detto quando è stato scelto dalla dirigenza.
Cerchi di non sprecarla, allora. Altrimenti – per coerenza rispetto a quanto
fatto nel recente passato – sarebbe inevitabile affidarsi ad un altro
timoniere. La sfida di sabato contro il Wil, al Comunale, è l’ennesimo
spartiacque. Perdere vorrebbe dire far scappare i sangallesi in classifica (che
andrebbero a +9) e, soprattutto, sprofondare in una crisi dalla quale sarebbe
obiettivamente difficile uscire. Di fronte il secondo miglior attacco della
Challenge contro la difesa più perforata. Non finirà in pareggio, poco ma
sicuro. Non vorremmo scomodare la Madonna di Scarpapè sopra Giubiasco o lo
sciamano che consigliò ai Guaranì di bere il Mate (bevanda considerata “magica”
in Sudamerica), ma ora come ora bisogna affidarsi a tutto pur di ritrovare la serenità
smarrita. Vogliamo un ACB Bald(anzos)o, finalmente.