QATAR 2022
"Si chiude l'éra Shaqiri-Xhaka"
Kubilay Türkyilmaz ha parlato sul Blick (anche) del futuro della nostra nazionale
Pubblicato il 10.12.2022 09:31
di Red.
Un’analisi lucida ma anche piuttosto pungente quella che fa Kubilay Türkyilmaz sulle colonne del Blick.
La delusione, come spesso nella vita, nasce dalle aspettative.
“Ero estremamente ottimista e sono rimasto molto deluso. Ora non ha senso chiedersi se Murat Yakin abbia scelto la squadra o la tattica giusta o se quel gol era o meno evitabile. Avremmo perso la partita anche con una formazione e una tattica diversa. Subire sei gol significa che non eravamo mentalmente all'altezza”!
Un passo indietro dopo gli Europei dello scorso anno? Kubi precisa:
“Evidentemente abbiamo un limite mentale che non ci permette di fornire prestazioni di alto livello come contro la Serbia per due o tre volte di seguito. Ovviamente tutti ricordiamo la vittoria di un anno fa agli Europei contro la Francia ma quell’impresa fu possibile soprattutto grazie all’arroganza francese. Il Portogallo questa volta non ci ha sottovalutati”.
Il girone difficile e la sfida con la Serbia non devono essere delle giustificazioni:
“Non credo che la vittoria contro i serbi ci abbia prosciugato a livello nervoso. Una vittoria del genere dovrebbe piuttosto metterti addosso una grande carica”.
I rimpianti però ci sono:
“Avremmo dovuto giocare con più coraggio contro il Brasile e puntare al primo posto del girone. Non era impossibile. Così come avremmo dovuto fare un gol di più contro la Serbia. È vero che le squadre che hanno potuto far riposare i loro giocatori migliori nella terza partita sono poi arrivate più fresche negli ottavi di finali”.
Su Murat Yakin non ha dubbi:
“È l’allenatore giusto, non c'è dubbio. Credo piuttosto che con quest’eliminazione si chiuda un’era del nostro calcio e dobbiamo pensare a qualche cambiamento”.
I nomi sono presti fatti:
“Bisogna ricominciare daccapo e forse senza giocatori come Xhaka, Shaqiri e Seferovic, che hanno dato tantissimo, ma che a mio modo di vedere sono arrivati a una sorta di capolinea”.
Spazio dunque ai giovani.
“Sì, ora tocca a giovani come Rieder, Jashari e Zakaria, senza dimenticare quei giocatori che hanno già più esperienza come Akanji, Sow e lo stesso Freuler. Calciatori che hanno molta fame e che un allenatore come Yakin ama allenare. Gente che non corre dieci chilometri in meno dei portoghesi…”.