Diciamolo:
il tavolo era apparecchiato per altri. Nelle intenzioni degli
organizzatori, le semifinali dovevano essere il derby sudamericano
Argentina-Brasile e quello latino Francia-Spagna, con le possibili
varianti di Portogallo e Inghilterra come alternative di lusso. Poco
male, comunque, soprattutto per ciò che riguarda il Marocco: una
nazionale araba (più che africana) che arriva così in alto, in
Qatar fa senza dubbio piacere. Francia-Marocco sarà una sfida ricca
di significati più geopolitici e storici che tecnici, ovviamente:
tuttavia, i francesi dovranno prendere i marocchini con le molle,
vista la loro velocità, le capacità tecniche di diversi elementi
della rosa e, soprattutto, le motivazioni. I nordafricani (loro sì)
stanno scrivendo la storia; i francesi, tutto sommato, si giocano
"solo" la riconferma sul tetto del mondo. E, sinora,
l'aspetto mentale ha fatto la differenza, per Hakimi e compagni.
Tuttavia, i francesi avranno dalla loro il fatto di giocare contro
una squadra che avrà maggiori difficoltà tattiche a contenere
l'estro di Mbappé e non solo: di sicuro, sarà una bella partita, a
meno che i francesi non la indirizzino in modo chiaro già nei primi
minuti.
Fatta
la doverosa premessa, il Marocco è una sorpresa up
to a point,
come dicono gli anglosassoni quando vogliono comunicare, in modo
ovviamente gentile, il proprio disaccordo con gli argomenti
dell'interlocutore. Hakimi e Ziyeck sono giocatori già da top club,
e buona parte degli altri, pur giocando in squadre di seconda fascia,
seppure in campionati di livello, a nostro parere ci arriveranno nei
prossimi mesi. Insomma, niente a che vedere con i pur volenterosi
senegalesi o coreani, che si sono infatti arresi agli ottavi senza
troppi patemi per le più quotate avversarie. Il Portogallo è uscito
sconfitto, a nostro parere, soprattutto per proprie responsabilità:
il gol subito, innanzitutto, dove sono apparse evidenti le
responsabilità del portiere Diogo Costa. Poi, alcune scelte tecniche
dell'allenatore dei lusitani Fernando Santos: siamo di parte, ma
Rafael Leão è apparso l'unico in grado di saltare
l'uomo sulla fascia, e non è stato un caso che abbia messo, nel
finale, sulla testa di Pepe, un pallone con il contagiri che,
però, a differenza di quanto fatto nella sfida con la Svizzera,
l'esperto difensore non ha insaccato. Aggiungiamoci anche un pizzico
di sfortuna (una traversa e alcune parate miracolose del portiere
avversario) ed ecco confezionata la semifinale che non ti aspetti.
Della
Croazia ci siamo già occupati diffusamente: anche qua si può
parlare di outsider magari, ma non certo di sorpresa, per una
compagine la quale annovera tra le proprie fila giocatori che hanno
vinto parecchio nei rispettivi club di appartenenza e che, lo
ricordiamo, sfidò in Russia in finale, nel 2018, i futuri campioni
del mondo della Francia. Anche qua, il Brasile ha probabilmente
peccato di presunzione, fermo restando che le statistiche parlano di
un solo tiro nello specchio della porta da parte balcanica
(risultato, come sappiamo, decisivo), deviato oltretutto da un
difensore sudamericano. Insomma, qualcuno ha pensato che a Eupalla
non siano piaciuti i balletti brasiliani dopo i gol, oggetto di
qualche mugugno, soprattutto da noi, nel Vecchio continente.
In
definitiva, due partite con chiare favorite (Francia e Argentina),
con molto fascino extracalcistico nel caso di Francia-Marocco, e che
farà consumare inchiostro e byte ai tanti cantori di Lionel Messi in
Croazia-Argentina: con il Brasile e il grande rivale CR7 a casa, i
grandi esteti della Pedata vorranno vedere il fuoriclasse del PSG
alzare la Coppa. Vedremo cosa ne penserà Eupalla: si sarà offesa
per le polemiche seguite ai quarti con gli olandesi? Vorrà dare a
Luka Modrić la possibilità della rivincita? Chissà. In assenza dei
nostri beniamini, noi vorremmo invece vedere Olivier Giroud felice
come lo è stato ieri, dopo la rete decisiva contro gli inglesi:
chiamato all'ultimo momento, dopo il forfait di Benzema (non proprio
uno qualunque) lo sta sostituendo nel modo migliore, e gli vogliamo
molto bene, dalle nostre parti. E sappiamo anche che la volubile Dea
del Calcio, queste storie, le adora.