QATAR 2022
In porta è molto... Bono
Il portiere del Marocco è una delle rivelazioni di questo Mondiale
Pubblicato il 12.12.2022 09:38
di Red.
Il Marocco ha scritto la storia. È la vera rivelazione di questo Mondiale. Prima la qualificazione nel girone, poi l'eliminazione di Spagna e Portogallo.
Due imprese che resteranno scritto per sempre. È la prima volta che una squadra africana accede alle semifinali.
Oltre a tutto ciò, da notare come il Marocco arriva alla partita contro la Francia di mercoledì con otto partite senza sconfitte e sette di queste senza subire reti! L'unica incassata contro il Canada è oltretutto un... autogol.
Merito senza dubbio della grande difesa ma anche del loro portiere titolare: Yassine Bouno, meglio conosciuto come Bono. 
Che se è vero che ha dovuto parare soltanto tre tiri in tutto il torneo finora, è stato invece decisivo ai calci di rigore contro la Spagna.
"Siamo qui per cambiare la mentalità e liberarci dell'inferiorità", ha detto il 31enne portiere in forza al Siviglia. "Il Marocco è pronto ad affrontare chiunque nel mondo".
Bono, come tutto il Marocco, non sembra aver paura nemmeno della Francia.
"Abbiamo cambiato questa mentalità e la generazione che verrà dopo di noi saprà che i giocatori marocchini possono fare miracoli", ha detto.
Se il Marocco è una sorpresa, le prestazioni di Bono non lo sono. Nel Siviglia sta facendo grandi cose ed è considerato uno dei migliori portieri di Spagna. Le sue prestazioni gli sono valse il nono posto tra i migliori portieri del mondo al Galà del Pallone d'Oro, mentre ha ricevuto il Trofeo Yashin 2022 e ha vinto il suo primo Trofeo Zamora come portiere che ha subito il minor numero di gol nella stagione 21-22.
Bono è tra l'altro diventato l'eroe della sua squadra nel marzo 2021 contro il Valladolid, segnando il pareggio al 93° minuto. Un'impresa che nella Liga spagnola non si vedeva da circa un decennio.
Decisive le sue parate nella semifinale dell'agosto 2020 che hanno permesso al Siviglia di eliminare il Manchester United per 2-1 e di vincere il suo sesto titolo di Europa League.
Ma chi è Bono? E perché nelle interviste parlano perfettamente lo spagnolo con accento argentino?
La sua è una storia perlomeno particolare. È nato lontano dal Marocco, a Montreal (Canada). Tornato nella terra dei suoi genitori all'età di 7 anni, ha mostrato interesse per il calcio ed è entrato a far parte del club Wydad Casablanca, ma il padre era contrario alla pratica di questo sport. Tuttavia, Bono era determinato a diventare un professionista e alla fine la spuntò.
Quando lo ingaggiò l'Atletico Madrid sembra l'inizio di una grande carriera e invece l'esperienza nella capitale andò male. Trascorse due stagioni con lo Zamora (2014-2016) e poi con il Girona (2016-2019). Finché di lui si accorse il Siviglia.
La sua vita è stata legata alla Spagna, tuttavia, è noto per essere un grande appassionato di calcio argentino e un tifoso del River. "La prima maglia che mio padre mi ha regalato è stata una maglia dell'Argentina", ha detto il portiere qualche tempo fa.
Un legame stretto a cui si attribuisce il suo caratteristico accento argentino. "Sono più marocchino che altro. Il fatto è che quando sono arrivato in Spagna ho imparato con gli argentini e ho preso un po' di accento", ha spiegato una volta.
Il suo grande idolo è Ariel Ortega, l'ex calciatore argentino meglio conosciuto come "El Burrito Ortega". Bono ha anche ammesso in un'intervista che il suo cane si chiama Ariel, come il giocatore del River Plate.
Ora gli occhi del mondo sono puntati sul Marocco. I guantoni del loro portiere titolare hanno aiutato la squadra africana a ottenere la migliore prestazione ai Mondiali dai tempi di Messico 86. Toccherà a Bono affrontare la squadra argentina? Vedremo.