Le parole sono importanti. Quelle dette, certo, ma anche quelle non
proferite. Questa stagione i vertici dell’ACB ci hanno abituati a sussurrarne
pochissime. Spesso, anzi, si sono trincerati dietro il classico silenzio
stampa. I giornalisti possono anche farsene una ragione, ma i tifosi no.
Esigono trasparenza e chiarezza. Parlando con alcuni di loro prevale un certo
scoramento, quando invece a dominare nell’anima e nel cuore dovrebbe essere
l’orgoglio per essere rinati dopo il fallimento di dieci anni fa ed aver
compiuto (ma non concluso, si spera) la difficile ascesa dopo la parentesi nel
calcio regionale. È strano, non trovate?
Il traguardo, l’abbiamo sentito pure dalle parole del nuovo allenatore
Stefano Maccoppi, rimane sempre e comunque la promozione in Super League. La
prima partita dopo la pausa per i Mondiali non consente di fare gli auspicati
salti di gioia. E, come se non bastasse, il divario con le prime tre in
classifica si è ulteriormente dilatato. I granata ora sono a dodici punti da
Wil ed Yverdon e ad undici dallo Stade Losanna. Quasi quasi è meglio guardarsi
le spalle (con lo Xamax, ultimo, a “soli” dieci punti da Cortelezzi e compagni)
per evitare brutte sorprese. L’ACB si trova desolatamente nel limbo della graduatoria
con il rischio che, a fine febbraio, la stagione possa già considerarsi
conclusa anzitempo.
Da neopromossa il cammino è stato (parzialmente) soddisfacente. Ma
l’obiettivo non è la salvezza, ce lo hanno fatto capire in tutti i modi. Se
fosse stato quello, a questo punto della stagione, i granata sarebbero messi
più che bene. Ecco perché – e torniamo all’inizio – con il senno di poi sarebbe
stato meglio evitare i proclami e i voli pindarici e giocarsela, sfida dopo
sfida, e poi tirare le somme solo alla fine, come amava ripetere il buon Angelo
Renzetti. Aveva ragione da vendere l’ex presidente bianconero. L’esempio da
seguire è proprio lui. Che alzava la voce solo quando era strettamente
necessario oppure per stimolare i giocatori (vi ricordate le frecciatine al
bravo Tosetti, ora approdato proprio all’ombra dei castelli?).
Quello stesso Renzetti che si è peraltro seduto allo stesso tavolo dei
municipali e ha supportato la loro visione del Polo sportivo e degli eventi,
approvato dai luganesi con il 56,8% di sì il 28 novembre 2021. Non poteva fare
altrimenti, direte voi. Ovvio. Ma da navigato uomo di calcio ha capito che la
politica ha i suoi tempi. Ha aspettato. E alla fine è stato premiato. Facendo
un parallelismo, ricordiamo che a Bellinzona sono in corso le trattative fra i
vertici granata e l’Esecutivo per la questione dell’affitto dello stadio
Comunale. L’accordo è in dirittura d’arrivo. Si dovrebbe inoltre procedere a
dotare il club di infrastrutture all’altezza, consone all’attuale categoria.
L’autorità comunale si sta impegnando per soddisfare appieno le esigenze della
società che ha appena compiuto 119 anni.
Indipendentemente da come terminerà la stagione sul campo, bisognerà
ripartire da questa coesione fra Municipio e vertici dell’ACB per cercare – nel
limite del possibile – di gettare le basi di un progetto a medio-lungo termine.
Occorrerà coinvolgere pure i tifosi, la piazza. Il club è un patrimonio di
tutti. Nei prossimi mesi serviranno meno parole, ma più fatti. I bellinzonesi
non chiedono altro.