ARTE
Bruno Bozzetto, l'indagatore dell'uomo
Abbiamo incontrato il Maestro dell'animazione nella Galleria di Lucchetti a Lugano
Pubblicato il 14.07.2023 17:34
di Carlo Scolozzi e Angelo Lungo
Indagare l'uomo. Questo è stato il suo principio ordinatore. La cifra stilistica che lo ha accompagnato è stata quella dell'animazione. La galleria d'arte di Marco Lucchetti ha invitato un'ospite eccezionale e prestigioso: Bruno Bozzetto. Il milanese ha 85 anni, ma trasmette uno spirito creativo intatto e travolgente. È stato un precursore, un autentico innovatore nel suo genere. E non intende fermarsi, ma continuare a veicolare significati, contenuti e provocare. Incita alla riflessione, perché l'arte scalfisce le difese delle persone e si introduce nel suo profondo. Le sue parole sono sintetiche e pertinenti. Ci racconta come ha cominciato: “Casualmente, da ragazzo ero un appassionato di cinema. Il mezzo mi intrigava”. E poi: “Mi piaceva anche la pittura. Ho iniziato a disegnare delle storielle, mio nonno era un pittore. Il passaggio all'animazione mi è venuto naturale”. Non è stato semplice fare diventare un'inclinazione un lavoro: “La svolta è avvenuta quando ho realizzato dei filmati pubblicitari per Carosello. I guadagni mi hanno consentito di capire che potevo farcela”. A proposito dell'animazione: “Una grande possibilità di  comunicare, può essere proposto qualsiasi tema, non ci sono limiti, si può trattare tutto, è un potente strumento di trasmissione”. I contenuti: “Mi interessa parlare dell'uomo e della sua profonda stupidità. La storia insegna: tutto si ripete, la guerra o lo sfruttamento della natura. Leggo soprattutto libri sull'etologia, uno dei miei autori preferiti è Desmond Morris”. Circa il signor Rossi: “È un personaggio comune. Si trova a vivere situazioni normali. Appare come un perdente. In fondo si comporta come fa la maggioranza”. La sua opera West and Soda (uscita nel 1965) era un parodia del genere, un concentrato di ironia. Per lui: “Il western è sinonimo di libertà, è il confine che non limita ma sprona ad andare verso il mistero, la terra sconosciuta”. Cavallette (edito nel 1990) parla di guerra: “È ancora attuale. E conferma che l'uomo non ha nessuna intenzione di imparare dal passato, ma al contrario lo ripete”. Bozzetto vede il digitale come un'opportunità, come una possibilità da cogliere, semplifica il lavoro. Nel suo presente ci sono tre lavori da concludere, protagonista è sempre l'uomo, sempre lo stesso, perché nella vita non si inventa nulla.