Tra leggerezza e pesantezza
La vita non si ripete
Milan Kundera, uno scrittore che narra esistenze
Pubblicato il 01.04.2021 22:01
di Angelo Lungo
“L’uomo attraversa il presente con gli occhi bendati. Può al massimo immaginare e tentare di indovinare ciò che sta vivendo. Solo più tardi gli viene tolto il fazzoletto agli occhi e lui, gettato uno sguardo al passato, si accorge di che cosa ha realmente vissuto e ne capisce il senso”.
Milan Kundera è un grande scrittore, drammaturgo, saggista nonché poeta. È un artista del racconto, concreto e raffinato. La sua lettura è piacevole e si riaccende di continuo. È un vero romanziere poiché il suo interesse è costituito dalle storie dei suoi personaggi. Storie: private, di coppia. Le trame procedono a scossoni, ci sono delle apparenti divagazioni o commenti chiarificatori. Una questione privata diviene universale, parla di esistenze attraverso il filtro di una sottile ironia.
Nel 1984 pubblicò un capolavoro: “L’insostenibile leggerezza dell’essere”.
I protagonisti sono Tomas, Tereza, Sabina e Franz. Tomaz, un medico, dopo un matrimonio fallito, intreccia relazioni con diverse donne. Conosce Tereza e inizia una convivenza. Sabina è una pittrice, amica di Tereza, e ha una relazione con Franz un professore sposato.
Il libro enuclea una verità: è impossibile agire basandosi sull’esperienza. Le situazioni che ci troviamo a vivere sono uniche e irripetibili.
“Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l’uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione”.
Per Kundera la leggerezza della vita sta nel fatto che le cose accadono una volta sola, sono caduche e in fondo è come se non fossero mai avvenute.
La pesantezza è collegata al concetto di “eterno ritorno”, un fatto diventa insopportabile se si ripete infinite volte.
C’è una frase che ricorre nel libro: Es muss sein, Deve essere. Nessun si può ribellare al proprio es muss sein, alla propria indole, alla propria vocazione, alla propria inclinazione. Altrimenti si cede alla pesantezza, quella che schiaccia l’essere e fa perdere la leggerezza, che è l’unico stato di pace e serenità.
“La nostra vita quotidiana è bombardata da coincidenze o, per meglio dire, da incontri fortuiti tra le persone e gli avvenimenti chiamati coincidenze”.
L’uomo è preda del caso, è fallace e illogico ricercare una stasi.
Il romanzo è un’indagine di gran classe non sulla realtà ma sull’esistenza, riporta diritti alle persone, agli altri, alle speranze, alle delusioni.
“Non si può mai sapere che cosa si deve volere perché si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future. Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché non esiste alcun termine di paragone”.