L’oratorio
è un’istituzione la cui nascita è dovuta ad un’intuizione di un
grande padre della tradizione cristiana, don Filippo Neri,
(beatificato nel 1615 e canonizzato nel 1622). Grazie a Papa Gregorio
XIII nel 1575 con la bolla Copiosus in misericordia Deus, a don
Filippo Neri venne assegnata in perpetuo la chiesa di Santa Maria in
Vallicella (situata a Roma), dove eresse la nuova congregazione dei
Preti e dei Chierici secolari, denominata oratorio. L’opera di San
Filippo Neri fu portata avanti nel corso dei secoli da altri grandi
padri della chiesa cattolica, come don Bosco, il quale fu fondatore
della Società Salesiana. Mediante la sua opera, egli contribuì a
salvare dalla povertà e dalla delinquenza molti ragazzi del
torinese, i quali trovarono nell’oratorio una casa sicura ed
accogliente, una sorta di rifugio in cui, nel rispetto dei valori
impartiti dalla dottrina cristiana, i giovani poterono apprendere
insegnamenti preziosi. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX
secolo, gli oratori sono stati la culla in cui si è radicato lo
sport che
oggi ha raggiunto livelli di popolarità mondiale difficilmente
eguagliabili: il calcio. La grande celebrità di cui il calcio gode è
dovuta al fatto che a differenza di altri sport, il football è il
gioco che si adatta più facilmente a qualsiasi tipo di contesto,
dato che per giocarci serve solo un pallone e un numero indefinito di
giocatori. Il celebre scrittore argentino Jorge Luis Borges disse:
“Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la
strada, lì ricomincia la storia del calcio”. In Italia la
conoscenza e la crescita di questo meraviglioso sport è dovuta anche
alla presenza degli oratori. Gli oratori hanno permesso a molti
bambini e ragazzi delle generazioni precedenti di scoprire il loro
talento e la loro passione per questo gioco, praticato in un contesto
di umiltà e semplicità, dove i campi da gioco erano in terra
battuta, dove le porte venivano costruite con dei pali in legno, dove
i palloni non erano in cuoio o in altri materiali ultraleggeri come
quelli di cui disponiamo oggi. Le squadre il più delle volte non
erano dotate di divise dai colori diversi, anzi, l’abilità era
quella di riconoscere il proprio compagno di squadra dal solo tono di
voce o dalla vista del volto, un’abilità che oggi si sta smarrendo
sempre di più da parte delle nuove leve calcistiche. Alla
conclusione della Seconda Guerra Mondiale, gli oratori nonostante la
competizione con i circoli ricreativi di matrice comunista tornarono
ad essere, dopo la scuola, il principale luogo in cui un bambino
poteva crescere, socializzare e ricevere un’educazione sia a
livello umano che sportivo. A partire dagli anni '80 e '90 la
centralità dell’oratorio all’interno del contesto sociale
italiano ha iniziato a scemare. L’avvento dell’urbanizzazione, i
cambiamenti dello stile di vita delle famiglie e la propensione
all’individualismo di certo non hanno contribuito ad avvicinare i
giovani delle nuove generazioni all’esperienza dell’oratorio. Un
aspetto importante è quello che nel calcio di parrocchia non esiste
la figura del panchinaro. Tutti quanti hanno la possibilità di poter
giocare e di poter sbagliare. L’errore permette di prendere
conoscenza dei propri limiti, ma il fatto di continuare a sfidarsi in
incessanti partite è anche un’occasione per poter cercare di
affinare la tecnica individuale e di migliorare alcune lacune. Tutto
questo non può far altro che far crescere la propria consapevolezza
e la propria autostima nel misurarsi con ragazzi di qualsiasi età,
dato che le partite molto spesso vengono giocate tra ragazzi delle
medie e bambini delle scuole elementari. Il confronto è un elemento
indispensabile, non solo nell’ambito calcistico per poter
migliorare e prendere spunto da chi è più bravo tecnicamente, ma
soprattutto il confronto serve nella costruzione delle relazioni. È normale
avere punti di vista e idee diverse. Il confronto deve essere visto e
vissuto come un’occasione di crescita. Questa è la forza con cui
gli oratori possono ancora oggi avere un’influenza importante nella
formazione delle nuove generazioni, e il calcio può essere uno
strumento con cui avvicinare i giovani a vivere concretamente questa
esperienza, fatta di amicizia e di condivisione.
Calcio
L'oratorio, per tirare quattro calci a un pallone
La storia di un luogo dove si gioca per socializzare