OFFSIDE
Il VAR non metterà mai tutti d'accordo
Il calcio è cambiato e la tecnologia ci ha spinto verso una nuova éra
Pubblicato il 31.01.2024 09:11
di L.S.
Il rosso al capitano del San Gallo Görtler contro il Lugano ha fatto molto discutere.
Addirittura l’arbitro Fähndrich ha detto di aver sentito il suo cuore sanguinare quando ha dovuto tirar fuori il rosso. Insomma, un giudice che si rammarica di dover far rispettare la legge. Mah…
Lo stesso arbitro a cui però il cuore non sanguinò quando in finale di Coppa Svizzera non estrasse il rosso a Blum per un intervento sulla tibia di Valenzuela.
Detto questo, è normale che questa decisione, su chiamata del VAR, faccia discutere.
Chi è abituato a un calcio d’antan, in cui dopo aver colpito il pallone si potevano colpire impunemente le gambe e tutto ciò che era nei paraggi, forse avrà capito che stiamo andando verso una nuova éra.
Più bella, più brutta? Non lo so, difficile da dire.
Sicuramente il VAR ha aiutato moltissimo il calcio, soprattutto a evitare le grandissime ingiustizie, gli abbagli più pacchiani. Lo abbiamo visto in alcune partite europee in cui il VAR non era presente. È sembrato di tornare indietro a un calcio paleolitico che, fortunatamente, almeno da quel punto di vista, non esiste più.
Tornando a Görtler, ma anche all’intervento del lucernese Beloko contro il Losanna, la motivazione della loro espulsione è piuttosto chiara: la messa a repentaglio dell’incolumità dell’avversario.
Qualcosa su cui la FIFA ha discusso e lavorato molto negli ultimi anni, rendendosi conto che la velocità di questo “nuovo” calcio, non può essere una giustificazione per degli interventi che rischiano di far male all’avversario.
Bisogna trovare un punto d’incontro, o meglio detto, un nuovo equilibrio.
Capisco chi trova strano il rosso a Görtler, adducendo motivi come “non si può frenare lo slancio di un pallone calciato”, o che si indigna per un fallo di mano involontario che porta a un rigore, con le braccia che però sono in posizione “innaturale” rispetto al corpo.
L’imprudenza, purtroppo si paga, indipendentemente dalla volontarietà o meno del gesto. Questo succede un po’ in tutti i campi della vita.
Poi si può discutere eventualmente sulla punizione: se è giusto un cartellino rosso e se sono giustificate le due giornate di squalifica.
Ma anche qui la FIFA è stata chiara. Colpisci il piede dell’avversario? Cartellino giallo. Colpisci più su, oltre la caviglia? Cartellino rosso.
Sono limiti chiari e definiti, che dovrebbero eliminare qualsiasi tipo di discussione.
Ma sembra non essere così. E allora si andrà avanti a argomentare ancora e magari a mettere mano a un regolamento che comunque non metterà mai tutti d’accordo. Mai.
(Foto Keystone/Ehrenzeller)