Salvatore
Tommasi detto Rino compie 90 anni. È stato un
giornalista, esperto di pugilato e tennis di altissimo livello, connotato da uno stile: ordinato; professionale; credibile; educato;
etico. Un carisma espresso attraverso la sobrietà. L'evento sportivo
lo completava, non lo sovrastava, dapprima lo assecondava e poi lo
esaltava in maniera non speciosa, ma sostanziale. Altro che urlo
continuo o retorica superficiale. Il garbo e la competenza
apparivano con discrezione, l'enfasi era controllata con la
padronanza della lingua, era una semplicità apparente, poiché i
commenti erano analitici. Era un fantasioso, a dispetto della sua
sagoma seria, e nel corso della sua carriera ha coniato e reso
popolari espressioni diventate motti indelebili e icastici. Mio
personalissimo cartellino, era
il proprio giudizio su ogni round di un incontro di pugilato.
Circoletto rosso,
con la sua biro rossa
evidenziava un quindici particolarmente bello nel tennis. Mini-break,
indicava un punto ottenuto sul servizio dell'avversario su un
tie-break. Veronica,
si chiama così la volée alta di rovescio, Tommasi la adoperò per
la prima volta nel 1976, definì così un colpo utilizzato da Adriano
Panatta. E poi vennero le telecronache con Gianni Clerici. Erano dei
finti opposti, non era un semplice accostamento di due diversi ruoli.
Erano un dialogo naturale, era se come la parola, trovasse una sintesi esaustiva, si percepiva un equilibrio costante e costruttivo.
Il commento era una disquisizione pertinente e lucida dell'avvenimento. Non c'era nessuna esaltazione artefatta. Era una manifestazione di una
spontaneità intrisa di profondità, seppure si discettava di sport.
Inventarono un modello: perché erano colti, perché sapevano essere
raffinati e pure popolari. Suscitavano quel sorriso lieve, che fa
declinare inevitabilmente verso il sollievo esistenziale, anche se solo momentaneamente. Che nostalgia.
Tennis e pugilato
La grandezza, sobria, di Rino Tommasi
Dove ci si sofferma su un telecronista che parlava con uno stile inimitabile