Scriviamo il 1964,
sessant’anni fa, a cavallo tra febbraio e marzo. In Ticino c’è un giovane
pilota ventiduenne, Silvio Moser, che dopo aver ottenuto degli ottimi risultati
in Formula Junior e F3 nel ’63, si butta in campo internazionale. Un giorno di
fine 1963, assieme con Gian Paolo Foletti, futuro telecronista di Formula 1
alla TSI, si reca a Milano per incontrare il campionissimo argentino
Juan-Manuel Fangio che sta reclutando diversi italiani e alcuni svizzeri per
disputare la “Temporada Argentina” nel febbraio 1964.
Il “Moserino” riesce a
convincere il cinque volte campione del mondo ad ingaggiarlo: non lo deluderà.
La Temporada si svolge su quattro gare su altrettanti circuiti. Ebbene, con la
sua Brabham, Moser le vincerà tutte e quattro!
Oggi, in pochi sanno ancora
chi fosse Silvio Moser. Fu un velocissimo pilota ticinese che dopo diversi anni
di F2 e F3, debutta in F1 nel 1968 al Gran Premio d’Olanda ottenendo un
onorevolissimo 5. posto a Zandvoort che gli valgono 2 punti della classifica.
Due anni in anticipo sui primi punti di un certo Clay Regazzoni… e guarda caso
anche lui (nel 1970) in Olanda.
Ma facciamo un salto
indietro. Le gare della Temporada si disputano a Buenos Aires, a Rosario e a
Cordoba prima della quarta di nuovo nella capitale argentina ma su un altro
tracciato.
Il dominio del ticinese in
casa di Fangio è incontrastabile. Vince la prima corsa sull’italiano Bruno
Deserti e sullo zurighese Karl Foitek. La seconda su Deserti e Geki Russo, la
terza davanti all’argentino Bordeu e all’altro elvetico Franz Dörflinger. La
“parada” moseriana si concluderà con l’ultima vittoria su Foitek e Bordeu.
Della Brabham BT6 dell’elvetico, gli avversari vedranno solo i tubi di scarico.
Tra di loro anche Carlo Facetti, che vive tuttora in Ticino, e Guglielmo
Bellasi che sei anni dopo costruirà la monoposto Bellasi F1 proprio con lo
stesso Moser.
In Argentina, qualcosa del
genere non lo videro mai. Nel decennio precedente, il connazionale Froilan
Gonzales fu il primo vincitore di Gran Premio per la Ferrari (Inghilterra,
1952) mentre dei cinque titoli di Fangio abbiamo già detto.
Silvio Moser fa la copertina
dei giornali locali che scrivono, di lui, di avere “manos de seda”, mani di seta.
Nel medesimo 1964 lo vedremo ancora brillare sulle piste europee, tra cui Monte
Carlo dov’è secondo dietro a Jackie Stewart. Il ricordo del campione scozzese
da queste colonne in una prossima “puntata”.