Il
Barcellona recrimina, sente di essere stato vittima di un'ingiustizia. La
sconfitta nei numeri è netta, ma ritiene che meritava di passare
il turno. I catalani mettono sotto accusa pesantemente l'arbitro. Si
tratta del romeno Istvan Kovàcs. È un insegnante di Educazione
fisica, ama leggere, camminare e giocare a tennis. È nato in una
zona vicino alla Transilvania, il suo sogno era quello di diventare
calciatore, ma poi ha deciso di tentare la carriera arbitrale.
L'azione incriminata riguarda l'espulsione di Ronald Araujo, il
difensore ha messo una mano sulla spalla di Barcola, quest'ultimo,
mentre filava verso la porta, è crollato a terra. Rosso diretto,
legittimato dal Var, che non ha corretto la decisione. Mica è
finita, Kovàcs: ha allontanato Xavi dalla panchina; ha concesso un
rigore ai parigini; non ha considerato falloso un intervento su
Gundogan; ha ammonito 9 giocatori. In un recente intervista,
si è espresso a favore della tecnologia, che aiuta a diminuire gli
errori: “Ha cambiato l'arbitraggio. Posso dire che c'è meno
pressione. Le squadre non soffrono di una decisione sbagliata e la
partita finisce con un risultato giusto”. Parole che porteranno
sollievo agli spagnoli. La sua reputazione è quella di essere
considerato un direttore di gara “duro”, di quelli definiti
“inflessibili”. Non ha bei ricordi di lui il Napoli, che si sentì
danneggiato in Champions nel derby italiano di andata con il Milan
l'anno scorso. Terminato l'incontro, Xavi è stato chiaro:
“L'arbitro? Un disastro, gliel'ho detto. Ha condannato il
Barca”. Gundogan ha commentato l'espulsione del suo compagno in
maniera diversa: “In quei frangenti bisogna fare attenzione alla
palla e all'uomo. Preferisco concedere un gol o un uno contro uno tra
giocatore e portiere. Essere uno in meno ti uccide”. E così è
stato. Il Psg ringrazia e va avanti, sperando che sia l'anno buono
per alzare la Coppa dalle grandi orecchie.
(Foto Keystone/Morenatti)