CALCIO
Il Bellinzona è un po’ mio
Parliamo con la ‘bandiera’ granata della delicata sfida con il Baden
Pubblicato il 18.04.2024 08:21
di Enrico Lafranchi
Non è più tempo di stilare statistiche, di parlare di partite più perse che vinte. La squadra si sta allenando, ora sul campo in erba sintetica (che viene regolarmente invaso da ragazzi nei pomeriggi di libero, mah…) ora sul campo in erba naturale che quando piove si trasforma in un pantano (quindi inutilizzabile).
Si guarda avanti, la partita con il Baden batte alle porte. Gli allenamenti proseguono con l’abituale intensità cercando di migliorare la condizione fisica (comunque buona se giudichiamo la tenuta di gara di Thun) e nell’intento di rafforzare l’identità della squadra, passata dal clamoroso 5 a 2 all’Aarau alla batosta di Wil.
Non dovremmo nemmeno più parlare, a sette giornate dalla fine del campionato, di condizione fisica e mentale. L’obiettivo è chiaro. C’è la necessità di fare punti, con il Baden (venerdì 19) e quattro giorni dopo (martedì 23) con lo Sciaffusa. Sempre alle 19.30, sempre al Comunale: due partite toste! Serve fame di vittorie (soltanto 4 finora in casa), Sarà fondamentale affrontare questi due ‘scontri’ da squadra coesa (ciò che non era successo a Wil, ne avevamo parlato), pratica e concreta.
Ne discutiamo con la ‘bandiera’ granata Dragan Mihajlovic che ogni volta che lo avviciniamo (come Matteo sarebbe contento di delegare qualche compagno di squadra: ma chi parla in casa ACB? Chacon, forse, che sa solo sorridere?) esprime cosa significhi per lui essere un calciatore del Bellinzona (“Di questo sono molto felice, il Bellinzona è un po’ mio” – ci aveva detto quando era sul punto, l’estate scorsa, di essere messo da parte).
Dragan come sono da interpretare le due prossime partite?
“Abbiamo il vantaggio di giocarle in casa, dobbiamo vincerle”.
Con gli argoviesi avete comunque a disposizione due risultati. È importante mantenere i 7 punti che avete in più:
“Puntiamo alla vittoria, non è una partita da pareggiare”.
Per loro è uno ‘scontro diretto’, significa il Baden non si dà per vinto di dover lasciare la Challenge:
“Ci mancherebbe non fosse così. È normale che una squadra voglia battersi e non arrendersi”.
Come spieghi le differenti prestazioni con Wil e Thun?
“Contro i sangallesi ci è venuta a mancare quella ‘cosa’ (atteggiamento, capacità, forza) che avevamo avuto con l’Aarau (5-2) dove si è vista una squadra unita, compatta. Col Thun abbiamo disputato una grande partita, sotto ogni punto di vista”.
Il risultato è però venuto meno:
“Meritavamo di uscire con un punto, loro hanno fatto un gran gol. Peccato!” (Ultima mezzora in inferiorità numerica, l’arbitro ha sanzionato con il rosso un fallo di Seiler: “Se mai ci stava il cartellino giallo”).
C’è da prevedere una ‘battaglia’ venerdì?
“Conta solo vincere!”.
Il momento dell’ACB è delicato anche sul campo (la licenza è un altro discorso). Per Dragan e compagni avvicinarsi a passi (leggi risultati) sicuri alla salvezza matematica e al proprio ‘popolo’ deve essere la priorità. Soltanto unendo le forze (squadra, dirigenti, tifosi) si potrà restituire vigore all’ambiente. L’unione fa la forza!