CALCIO
Lugano in Champions, basta scuse
Stadio e pubblico non possono essere una scusa: bisogna crederci e... sognare
Pubblicato il 20.04.2024 09:11
di Giorgio Genetelli
Del mercato si occuperà il nostro Direttore, che è uno sciamano. Il quivi si dedica ai sogni, quelli degli altri, quelli che gli altri nemmeno si sognano, magari. Il Lugano in Champions, ecco.
Aumentata a dismisura per numero di squadre, la prossima grande festa del calcio europeo vivrà una stagione con piogge di soldi a cascata e partite dilatate come l’universo. 50 milioni subito all’entrata nel pantheon di 36 squadre e poi altri fiorini a seconda dei risultati.
Il bottino farebbe gola alla massa di esosi che costellano il vivere, perché allora non al club bianconero, emanazione di una città che si lancia sui bit-coin con entusiasmo fanciullesco? Certo, bisogna che il Cruus conduca i suoi al secondo posto, meglio al primo. Certo, turni preliminari che al Lugano sono sempre risultati ostici. Certo, la ricerca di uno stadio. Certo, la costituzione di un pubblico che per ora è circoscritto agli sfegatati. Certo, certo, certo. Ma non sarebbe un’occasione straordinaria? Ci sarebbero otto partite di girone assicurate, bonus di presenza, blasone, visibilità, sponsor, televisioni, Ticino, Svizzera, Europa, Mondo. I Bastioni di Orione.
Che fare dunque? Facile. Vincerle tutte (a partire dalla sfida col Losanna) da qui al 17 settembre, giorno inaugurale della Champions League. Si può, basta crederci, e in questo senso siamo certi che Renato Steffen stia già facendo propaganda nelle teste di chi ancora ragiona a corto muso. Poi, giù un bel mercato che i soldi non mancano. Per spenderli bene, ascoltare il nostro Direttore, che da queste colonne qua impartirà direttive immaginifiche ma sempre ferrate.
E basta scuse di retroguardia per tutte le trasferte in stadi altrui: la scoperta e la conquista, e di conseguenza la gloria imperitura, si annidano nei viaggi, non stando a casa a guardare gli altri.
(Joe Mansueto, nella foto Putzu)