Calcio
La Seconda Stella
L'Inter ha dominato tecnicamente e tatticamente il campionato
Pubblicato il 24.04.2024 09:57
di Angelo Lungo
L'Interismo esplode di felicità. È un mondo a parte. Pencola tra alti e bassi. Ma sa, all'improvviso, esaltarsi. Il tifoso della Beneamata sente che tutto può accadere in modo repentino, si passa continuamente dalla polvere all'altare. All'ascesa corrisponde, inesorabile, la caduta: è scritto nel destino. È consapevole che tutto scorre in maniera precipitosa e tumultuosa. Impossibile soffermarsi e percepire una logica. È l'esistenzialismo che prende ineluttabilmente il sopravvento. Inutile lottare o cercare una spiegazione. È arrivata in maniera epica la Seconda Stella, conquistata nella propria casa, ma quando si era ospiti dei rivali per antonomasia, quelli ritenuti legittimi, poiché i piemontesi non sono riconosciuti come tali. L'ennesimo derby è stato vinto senza eccessivi sforzi, perché il Milan si è letteralmente consegnato. È lo scudetto di una proprietà che ha portato in bacheca: 2 titoli nazionali; 2 Coppe Italia; due Supercoppe; ci sono poi le due finali europee disputate (Champions ed Europa League). È lo scudetto di una dirigenza che ha una supremazia nazionale, e non solo, indiscutibile. Il trio Marotta-Ausilio-Baccin opera con competenza e lungimiranza. La simbiosi è totale. Marotta sopperisce magnificamente alla distanza dei cinesi, li sostituisce e li rappresenta efficacemente. È oltremodo motivato da questa autonomia e da tale indipendenza. Poco importa i paletti economici entro cui si deve muovere. È lo scudetto di Simone Inzaghi. Il piacentino è stato criticato, messo in discussione. Mentre i media osannavano tecnici come Pioli o Allegri. Tetragono alle pressioni esterne, la sua scommessa tra lo zero e l'infinito l'ha vinta. La sua catarsi è cominciata proprio dopo la sconfitta contro il City. Esercita il comando con autorevolezza e non con l'autorità. Ha uno stile impeccabile. Non lo anima la rivalsa, non è spinto dalla recriminazione, ma è concentrato sul suo lavoro, ha una forza che lo sorregge e che si percepisce: la passione. È lo scudetto di una squadra normale che è diventata fantastica. Ha dominato tatticamente e tecnicamente. Ha preso a sentirsi bella e si è esaltata. Il cammino è stato travolgente. L'Inter è diventata 'ingiocabile' per la Serie A. Tutti i giocatori sono stati protagonisti e nessuno si è sentito escluso. È lo scudetto dei tifosi. San Siro è stato sempre strapieno. E niente mugugni, nessun mormorio. Gli appassionati hanno semplicemente incitato i nerazzurri, li hanno accompagnati, li hanno sostenuti. La storia è stata scritta. Certo si tratta solo di calcio. Ma che cos'è un uomo se privato di speranze, se privato di sogni, se privato di una passione che non può essere spiegata? Perché le domande non sono mai indiscrete, ma le risposte, a volte, lo sono.