Calcio
Milano è esplosa di passione
La festa dell'Inter mostra tutta la forza del calcio
Pubblicato il 29.04.2024 07:29
di Angelo Lungo
Lo sguardo è orientato verso il continente, l'orizzonte è quello del Nord Europa. Spalle rivolte al Mediterraneo. Cammino spedito verso lo sviluppo, senza le pastoie romane. La storia di Milano è costellata di dominazioni, che si sono susseguite sin dalla sua fondazione. Ha vissuto di contaminazioni culturali. Un'espansione continua, connotata da incessanti cambiamenti. Le vicende contemporanee consegnano la definizione di unica e vera città italiana a vocazione europea. La capitale economica e finanziaria, che non aspetta il resto del Paese, corre veloce. E non conosce il declino di Torino o Genova: era il famoso triangolo industriale, quello del boom economico degli anni Sessanta. Nelle spiegazioni facili, frettolose e retoriche Milano è fredda e nebbiosa. E invece in una sera di aprile la passione è esplosa potente e maestosa. L'Inter ha festeggiato il suo storico scudetto in un mare di persone. I tifosi hanno abbracciato intensamente la Beneamata dal pomeriggio fino alla sera. Un corteo catartico si è dipanato per le vie della città, è partito dallo stadio ed è arrivato al Duomo. L'entusiasmo è stato travolgente e composto, il principio ordinatore è stato quello di esultare. È stata un festa popolare e identitaria, senza rivendicazioni, senza prosopopea. Nessuno si è sentito escluso e tutti hanno voluto partecipare ed esserci, per tuffarsi in un presente destinato a rimanere memorabile. Il calcio ha mostrato tutta la sua forza, ecco davvero il rito potente e suadente. Tutti assieme: un giubilo che ha unito generazioni. Una comunità, con una grande anima, ha preso vita ed è diventata un corpo vivo. Il football riesce a sconfiggere la 'società liquida', scaccia la 'solitudine', aggira 'l'individualismo'. È un mistero? Certo. Ma poco importa, rimane quello che è successo e che capita anche in altre parti. Non si può vivere da 'soli', c'è bisogno 'dell'altro', di vederlo e forse anche abbracciarlo. Giorgio Muggiani, il pittore che fu tra i fondatori dell'Inter, disse: “Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo”.