“Io e Murat non siamo mai andati così d’accordo come negli ultimi
mesi”, lo ha detto con un sorriso a 32 denti Granit Xhaka alla vigilia della
sfida di oggi contro l’Ungheria.
Aggiungendo: “Ultimamente ci siamo incontrati spesso a Düsseldorf. Abbiamo consumato ottimi pasti e bevuto buon vino”.
Insomma, tra il nostro selezionatore e il nostro capitano, è (ri)scoppiato l’amore.
Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, dopo le turbolenze di qualche mese fa e le dichiarazioni che avevano avvelenato il clima in nazionale.
Premiato con la fascia di capitano nonostante qualche uscita non proprio felicissima in questi anni, Xhaka è riuscito, direttamento o meno, a “indirizzare” il modo di giocare della nostra squadra.
Difesa a tre, come nel suo Leverkusen, e un ruolo davanti alla difesa da cui passano tutti i palloni. Insomma, il metronomo indiscusso di questo centrocampo.
È lui, senz’ombra di dubbio, l’uomo più importante di questa squadra. Altro che Shaqiri, di cui si è parlato per tutta la settimana.
Sulla questione del nuovo modulo, ovviamente, Xhaka ha definito “ridicola” ogni supposizione che è stata fatta in questi giorni. Si gioca così, perché piace al capitano? No, si gioca così, perché è meglio per tutti.
Il motivo, in fondo, è relativo, anche se la dice lunga sul potere del giocatore in questo contesto. La speranza, è che squesti cambiamenti servano almeno a qualcosa.
Poi come sempre, sarà il campo a dare la risposta definitiva.
La sensazione è che questa squadra, sia sempre più Xhaka dipendente.
Ma forse è soltanto una sensazione. O no.
Aggiungendo: “Ultimamente ci siamo incontrati spesso a Düsseldorf. Abbiamo consumato ottimi pasti e bevuto buon vino”.
Insomma, tra il nostro selezionatore e il nostro capitano, è (ri)scoppiato l’amore.
Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, dopo le turbolenze di qualche mese fa e le dichiarazioni che avevano avvelenato il clima in nazionale.
Premiato con la fascia di capitano nonostante qualche uscita non proprio felicissima in questi anni, Xhaka è riuscito, direttamento o meno, a “indirizzare” il modo di giocare della nostra squadra.
Difesa a tre, come nel suo Leverkusen, e un ruolo davanti alla difesa da cui passano tutti i palloni. Insomma, il metronomo indiscusso di questo centrocampo.
È lui, senz’ombra di dubbio, l’uomo più importante di questa squadra. Altro che Shaqiri, di cui si è parlato per tutta la settimana.
Sulla questione del nuovo modulo, ovviamente, Xhaka ha definito “ridicola” ogni supposizione che è stata fatta in questi giorni. Si gioca così, perché piace al capitano? No, si gioca così, perché è meglio per tutti.
Il motivo, in fondo, è relativo, anche se la dice lunga sul potere del giocatore in questo contesto. La speranza, è che squesti cambiamenti servano almeno a qualcosa.
Poi come sempre, sarà il campo a dare la risposta definitiva.
La sensazione è che questa squadra, sia sempre più Xhaka dipendente.
Ma forse è soltanto una sensazione. O no.
(Foto Keystone)