Si
dice spesso che 3 è il numero perfetto. E in questa prima della
Svizzera si sono visti 3 gol, che valgono 3 punti e, come minimo,
un'ipoteca sul terzo posto in classifica nel girone. Come minimo,
appunto: perché la Scozia vista ieri sera nella gara d'esordio
a Monaco contro i padroni di casa della Germania è apparsa squadra
ampiamente alla portata dei rossocrociati, oggi a loro agio contro
una compagine la quale, al contrario, ha commesso tantissimi errori
individuali, soprattutto in difesa. Tuttavia, va detto, saper
cogliere le occasioni è sintomo di gruppo in salute e coeso, ed era
questo ciò che i tanti tifosi elvetici presenti a Colonia (e quelli
a casa, davanti ai maxischermi o sul divano) volevano vedere. Buona
la prima, come si dice, anche se sul gol incassato la retroguardia è
apparsa perfettibile. Ma, in fondo, si tratta di episodi che servono
a tenere la luce accesa e a non piacersi troppo, soprattutto quando
inizieranno le vere difficoltà, contro le tante corazzate che
navigano in questo mare germanico. Poi, certo: queste prime due
partite (soprattutto quella di ieri sera) hanno mostrato che il solco
tra le varie fasce delle nazionali europee è sempre più profondo,
anche se Scozia e Ungheria appartengono alla storia del calcio
continentale, a differenza di altre compagini nate dalla recente
disgregazione di Stati precedentemente esistenti. Un format a 24
squadre, forse, è un po' troppo largo e, specialmente nella fase a
gironi, poco performante, anche se la storia recente (con l'Italia
eliminata dalle qualificazioni mondiali per mano della Macedonia
dell'ex Lugano Gianni Alioski) potrebbero suggerire il contrario. Ma
ci sarà tempo, magari, per parlarne diffusamente al termine della
competizione. Per ora, teniamoci questa Svizzera che ha offerto
un'ora almeno di buon calcio, prima di mollare soprattutto con la
testa. Ci sta, perché la competizione sarà lunga, e le energie
mentali vanno preservate, avendone la possibilità. Un po' meno,
però, quando sembra, a volte, che manchi la capacità di rimanere al
di sopra di un certo limite di deconcentrazione. L'avevamo già visto
in altre occasioni, in passato, e questo è un difetto che va
corretto. Perché le pause non sono un delitto, ma non devono essere
tali da consentire a una squadra come l'Ungheria di oggi pomeriggio
di rientrare in partita, col risultato di vanificare i benefici della
pausa medesima, visto che la tensione, poi, è destinata risalire,
bruciando forze fisiche e mentali. In definitiva, una buona prova,
sia del collettivo che delle individualità. Murat Yakin ha
indovinato le mosse Duah (del tutto inatteso il suo inserimento,
fatto scavalcando Okafor e Amdouni) e Aebischer i quali, nel primo
tempo, gli hanno praticamente regalato mezza partita. Certamente
Eupalla ha guardato benevolmente verso di lui, premiando il suo
coraggio, dimostrato, oltre che dalle scelte inziali, anche inserendo
un Embolo non ancora del tutto a posto fisicamente, ma in grado di
capitalizzare l'ennesima topica della difesa ungherese, mettendo in
cassaforte l'incontro. Buona anche l'attitudine della squadra, brava
a comprendere di poter contare su giocatori in grado di attaccare la
profondità, cercandoli. Qualcuno ha ancora dei margini di crescita
dal punto di vista della concretezza, ma c'è anche da dire che siamo
solo all'inizio. Buona la prima, quindi, in attesa dei debutti delle
altre.
EURO2024
Svizzera, buona la prima
Debutto positivo per i rossocrociati che hanno offerto un'ora di buon calcio