All'improvviso
un italiano medio, quasi piccolo, di statura è diventato un
protagonista sul palcoscenico europeo. È scoppiata la Barella-mania.
La “Gazzetta dello Sport” lo ha definito “Principe Azzurro”;
secondo il “Corriere dello Sport” non esiste un altro così, è
insostituibile. Ma la prestazione dell'interista ha impressionato
anche la stampa estera: “Marca” lo consiglia al Real, dovrebbe
pensarci quando Modric lascerà, sottolinea che in un mercato povero
di centrocampisti vale tanto oro quanto pesa; sulla stessa linea
“L'Equipe”, secondo il quotidiano francese “Ha assunto una
dimensione unica, fa un grande volume di gioco, effettua passaggi
intelligenti, preciso tecnicamente, ha un carattere da leader”.
Spalletti non ha dubbi: “Lui è il metodista davanti alla
difesa, quello che prende davvero in mano la squadra e sa farla
girare”. Per Sacchi: “A parte il gol, stupendo, è stato
sempre presente in fase di costruzione e di ripiegamento”.
Inzaghi lo descrive così: “È un grandissimo campione, un
giocatore pensante che sa quando aprirsi e venire incontro, è una
mezzala molto forte”. Questa la miscellanea di commenti tecnici
su Nicolò Barella. Il sardo è un giocatore antico: basso di
statura e sempre pettinato. Il suo territorio originario è la
mediana, ma pratica la sua missione per tutto il campo. Ha una
resistenza fisica fuori dalla media, corre per tutto il tempo, non
salta mai quasi mai una partita. Barella ha una caratteristica
fondamentale: è innamorato del calcio, quello che fa gli piace, lo
esalta e lo sprona a dare sempre di più. I suoi movimenti hanno un
costrutto e una logica. È riuscito a limitare l'approssimazione e a
controllare la sua carica agonistica. Potrebbe segnare molto di più,
ma nell'Inter ha importanti compiti di interdizione e non sempre si
può avvicinare alla porta.
EURO2024
L'Europa ha scoperto Barella
Il centrocampista italiano è diventato un giocatore totale