La
politica è una di quelle categorie complicate, che ha bisogno di
continue analisi e che sfuggono a definizioni precise, poiché troppo
limitative. Calcio e politica è un tema delicato. La parola che in
questi casi utilizzata è: strumentalizzazione. L'assioma è quello
che lo sport dovrebbe tenersi lontano da simili questioni, e
occuparsi esclusivamente delle vicende agonistiche. L'Europeo tedesco
si sta disputando in un momento, eufemisticamente, delicato e forse
cruciale per l'Europa. Il calcio è troppo popolare, è un'arma
potente, di conseguenza non è avulso dal contesto sociale e non
solo, anzi è pienamente coinvolto. Thuram e Mbappé hanno dichiarato
con nettezza per chi si schiereranno nelle prossime lezioni che si
terranno nel loro paese. I tifosi rumeni, nella prima partita della
loro squadra, erano stati accusati di aver inneggiato a Putin, ma la
notizia pubblicata non era vera, le immagini hanno smentito il tutto.
Ma a infiammare la manifestazione continentale sono i Balcani. La
Federazione serba ha annunciato che presenterà una richiesta
ufficiale alla Uefa, pretende delle sanzioni contro le Federazioni
della Croazia e dell'Albania. I tifosi delle due squadre, nella
partita disputata il 19 giugno, hanno intonato cori comuni, mettendo
nel mirino la Serbia. Hanno urlato: “Ubi, ubi Srbina”,
tradotto “Uccidi i serbi”. I dirigenti serbi hanno detto:
“Non vogliamo partecipare a tutto questo”, la minaccia è
quella di abbandonare la competizione. Richiedono un intervento
dell'Uefa, che sia tempestivo e duro. Altrimenti torneranno a casa, e
non temono le eventuali sanzioni che riceverebbero.
(Nella foto Keystone, l'allenatore della Serbia Dragan Stojkovic)