Che
Portogallo, l'allenatore Roberto Martinez decide di non
inventare l'impossibile, sospende gli esperimenti, riequilibra la
squadra, e i lusitani si possono annoverare tra i favoriti per la
vittoria finale. I portoghesi vivono di talento puro, giocano un
calcio piacevole, le loro trame sono disegnate con perizia ed
eseguite con un'intrinseca bellezza. Ma ci mettono pure tanto
agonismo. E hanno grinta, non si fermano, rincorrono l'avversario e
lo pressano. Due sono i capisaldi della formazione, due che sfidano
il tempo, due che non hanno nessuna voglia di smettere, due che non
si soffermano sul presente, sono un attaccante e un difensore:
Cristiano Ronaldo di anni 39; Pepe di anni 41. Si parla di
stagioni lunghe ed estenuanti, di una pletora di partite che si
giocano ininterrottamente, si sottolinea il rischio di usura per gli
atleti. I due mica sono d'accordo con questa tesi, non si curano di
questa tendenza. Vogliono sempre scendere in campo, ci mettono sempre
la gamba, scattano fino a quando ne hanno. E mostrano una condizione
fisica esemplare. Sono un'autentica testimonianza. Si pongono alla
testa dei loro compagni, li conducono, indicano la strada. Si parla
di carisma e di voglia di vincere, si tratta di categorie che fanno
la differenza. Ronaldo non finisce di stupire, è accusato di
essere un egoista, contro la Turchia poteva segnare, ma ha preferito
passare la palla a Bruno Fernandes, poteva essere il primo a segnare
in sei edizioni diverse dell'Europeo. È colpa sua: la partita è
stata interrotta più volte, per via di invasioni di campo, da parte
di tifosi che volevano un selfie con il campione. Pepe è
incredibile, dirige la difesa magnificamente, è semplicemente una
certezza, le sue chiusure sono puntuali e precise. Ha una missione:
farsi trovare sempre pronto. Gli avversari sono avvertiti: dalle sue
parti non si passa.
EURO2024
Il Portogallo spaventa
È guidato, in campo, da due giocatori che non hanno paura di nessuno