Come riuscire, a età veneranda, a farsi capire dai ragazzini
che ti travolgono con la playstation? Usando il mezzo futuristico di noi baby
boomer: la televisione. Ebbene, ieri sera per Svizzera – Germania, quattro
bambini si sono seduti assieme al qui presente sul divano che sta fuori sotto
la tettoia, computer sintonizzato sulla Rsi, rutto quasi libero (sono
affascinati), imprecazioni sciolte, pronostici. Intanto che calava la sera, e
la Svizzera dava una lezione ai germanici, si intrecciava il rapporto generazionale
e i quattro boys si facevano trascinare dalle dissertazioni su tackle mancati,
sull’arbitro come figura ingombrante ai nostri sogni di gloria, sulle risate per
qualche errore tecnico, che alla play mica succede. Una cosa viva, vera, anche
se mediata dalle immagini che arrivavano dall’esotica Francoforte sul Meno e
dalle voci inascoltate dei telecronisti, visto che la cronaca e le domande
assurde (ma si potrebbe stare tutta la partita a difendere palla vicino alla
bandierina del corner?) le facevamo noi. Le scommesse sul risultato: 0-0, 1-0,
2-1, 2-3 (miscredente undicenne), 1-1. Naturalmente ha vinto il boomer che vi
scrive, gioco facile, anche se quando i tedeschi hanno pareggiato i bambini se
n’erano già andati, richiamati a un minimo di ordine dai genitori. Il boomer
non ha ancora incassato la vincita (quattro caramelle) che già aspettiamo
l’Italia e lì le motivazioni educative dovranno essere chiare.
(Foto Keystone)