Come stanno andando gli arbitri agli
Europei? I diciotto fischietti chiamati dalla UEFA a dirigere in Germania a Euro 24 nel
complesso hanno dimostrato carattere e buone capacità decisionali. Si sa che le
polemiche attorno alle decisioni arbitrali, comunque, saranno
destinate a continuare, nonostante l’avvento della tecnologia,
entrata ormai a far parte di diritto del gioco del calcio. Certo, si
sono ridotti gli errori grossolani e macroscopici ma gli scettici
continuano ad alimentare le loro discussioni anche sulle questioni
puramente oggettive. Un esempio? Il fuorigioco semiautomatico. Vargas
aveva segnato contro la Germania trovandosi mezza figura oltre la
linea del penultimo difendente, al turco Yildiz contro la Georgia
l’urlo del gol era rimasto strozzato in gola per una questione di
millimetri. Giusto così, o forse sarebbe il caso di sanzionare solo chi si trova con l’intera figura
in fuorigioco? Altra questione riguarda le proteste. Rosetti ha
espresso il suo nobile motivo riguardo alle ammonizioni dei giocatori
che protestano e che non indossano la fascia da capitano: “Lo
facciamo per le prossime generazioni. Non lo facciamo per gli
arbitri, ma per il calcio e l'immagine del gioco, per i giovani
calciatori e per i giovani arbitri”. Sicuramente siamo sulla
buona strada. Ma il dibattito più acceso riguarda, naturalmente, il
Var. La famosa frase che sentiamo spesso è: “Ma perché non
chiamano l’arbitro al monitor?” o ancora: “Andrebbe
cambiato il protocollo del VAR”. Quello che è evidente è che
il calcio non è una scienza esatta. Ci saranno sempre episodi
diversi l’uno dall’altro. Situazioni “grigie” e
controverse, che nonostante la moviola post-partita, sono destinate a
rimanere tali, impossibili da uniformare e oggettivare per mettere
d’accordo tutti. Il fattore umano, talvolta, gioca brutti scherzi.
Gli arbitri come noi sono dotati di pensiero critico e di intelletto,
possiedono capacità di giudizio e anche facoltà di sbagliare. Anche
seduti davanti a un monitor, in tutta tranquillità. Chiaramente la
differenza di pressione psicologica tra chi corre in campo e chi
analizza le immagini in un setting protetto è totalmente differente.
Dovremmo, dunque, dare ai “Varisti” la decisione finale
del campo dopo una revisione VAR? Potrebbe essere una soluzione.
Infine, l’affermazione che ha esternato il CT della Scozia è degna
di nota. Clarke, dopo aver perso ai danni dell’Ungheria, a causa di
un rigore non concesso, ha dato la colpa all’arbitro argentino
Facundo Tello: “Perché non c’era un arbitro europeo?
Probabilmente non capiva la lingua”. La UEFA da anni collabora
con la CONMEBOL, al fine di aumentare la qualità tecnica del gruppo
arbitri per le manifestazioni internazionali. Tello, classe '82, ha
una personalità forte e un carattere severo, basti pensare ai dieci
cartellini rossi sventolati nel trofeo de campeones del 2022 tra Boca
Juniors e Racing Club. Non si sarà lasciato certo intimidire da una
dichiarazione del genere. È noto: meno si sente parlare di arbitri a
fine partita, meglio è andato il loro operato. Ma è divertente e
consolatorio: trovare il capro espiatorio.
(Foto Keystone)