Alla
vigilia dei quarti di finale di questo campionato europeo, sinora
positivo per i colori rossocrociati, si possono già fare dei primi
bilanci, ovviamente non esaustivi, di quanto visto sinora nella
competizione. Come avevamo già scritto, commentando gli esiti dei
gironi, si deve prendere atto della mancanza di sorprese. Certo, la
Georgia agli ottavi poteva tutto sommato essere considerata tale
(nonostante possa vantare, nelle sue fila, individualità di un certo
livello); tuttavia, i caucasici sono caduti di fronte al primo
ostacolo veramente di spessore, a dimostrazione che, quando arrivi a
un certo punto, diventa difficile sorprendere avversarie quotate.
Certamente, ci aspettavamo di più dall'Inghilterra. I britannici,
evidentemente, hanno qualche problema in più di quello che avevano
lasciato immaginare. Se poteva essere plausibile la volontà, nella
fase a gironi, di risparmiare energie fisiche e mentali, la
qualificazione ai quarti ottenuta solo grazie alla magia di Jude
Bellingham, negli ultimi sospiri di una gara contro una compagine di
fascia inferiore come la Slovacchia (prodezza che ha aperto alla
nazionale dei Tre Leoni la strada dei supplementari), pone qualche
interrogativo sulla tenuta soprattutto mentale di una compagine data,
alla vigilia, tra le favorite. Anche il gestaccio fatto dal
fuoriclasse inglese del Real Madrid, dopo il gol del pareggio, e che
potrebbe avere conseguenze disciplinari, rivela una tensione
piuttosto forte, frutto della pressione di tutto l'ambiente nei
confronti di una nazionale espressione del campionato nazionale
probabilmente migliore del mondo ma incapace, da anni, di ottenere
un'affermazione in un grande torneo. Ora, come ben sappiamo, arriva
la Svizzera, forse il cliente peggiore per i bianchi d'Inghilterra:
una squadra che ha dimostrato sinora di essere quadrata, dove si
lavora tutti al servizio di tutti, ma che non fa parte della
oligarchia tradizionale del calcio europeo. In definitiva, nessuno,
in patria, perdonerebbe a Gareth Southgate di uscire con i
rossocrociati, nonostante Xhaka e compagni abbiamo dimostrato di
essere lì dove sono più che legittimamente. Il
resto è noto: la Francia fa fatica a segnare su azione, e non avrà
vita facile contro il Portogallo, che sta gestendo bene i capricci di
Cristiano Ronaldo, e si è dimostrato sinora temibile ed equilibrato
in tutte le zone del campo. La Turchia, compagine ambiziosa, è però
caduta in modo pesante proprio contro i portoghesi nella fase a
gironi, in una partita dove i lusitani ne hanno messo impietosamente
a nudo i limiti. Certamente, quella contro l'Austria è stata una
buona prestazione, ma si trattava sempre di una nazionale di seconda
fascia, seppure in crescita dopo decenni di ombre. Contro l'Olanda,
per la squadra guidata da Montella, sarà un esame di maturità,
anche se l'ostacolo appare tutto sommato all'altezza degli anatolici.
Germania-Spagna è una vera e propria finale anticipata: i padroni di
casa contro quella che, fino ad adesso, è la squadra che ha fatto
vedere le cose migliori. Di fatto, una partita senza pronostico, con
gli scatenati ragazzini spagnoli che, con il loro gioco spensierato e
un po' guascone, tipico della loro età, non vedono l'ora di fare lo
sgambetto ai più esperti giocatori germanici, pressati dal peso del
pronostico. Sarà in definitiva, una gara tutta da vedere.
(Foto Keystone)