L'Italia
calcistica sta vivendo il suo melodramma in maniera lieve,
l'attenzione è tutta spostata sul nuovo eroe nazionale: Jannik
Sinner. Gravina e Spalletti stanno tentando disperatamente di salvare
la loro poltrona. Sulla gestione tecnica dall'allenatore e sul
rapporto critico con la squadra qualcuno sta cominciando a parlare. Il
toscano sostiene che ha avuto poco tempo a disposizione. Eppure c'è
un italiano che all'Europeo sta facendo bene e contraddice questa tesi. Vincenzo Montella, con
sole 12 partite sulla panchina della Turchia, ha condotto la sua
squadra ai quarti. La sua carriera pareva in ascesa, ma dopo
l'esperienza al Milan tutto sembrava precipitare nell'ordinario e
nella normalità. Ma la competizione europea lo sta rilanciando. Non
si è inventato nulla, molto saggiamente fa il selezionatore: schiera
i giocatori nel proprio ruolo e cerca di fare emergere le loro
qualità. I talenti a sua disposizione non mancano, si veda Arda
Guler. Può contare su calciatori esperti e carismatici come Hakan
Calhanoglu. La Turchia ha una precisa identità tattica, riuscita a
impostare celermente, il modulo non cambia, e non asfissia e
ossessiona gli interpreti. Montella si agisce con perizia e astuzia. I suoi lottano strenuamente, seguono le
sue indicazioni, non demordono mai, mettono in campo un grandissimo
spirito di sacrificio, si sentono in missione, eppure
complessivamente sono i più giovani del torneo. L'italiano non è
mai sopra le righe, cerca di essere sempre presente a sé stesso, ha
uno stile compassato ed educato. Finita la battaglia contro l'Austria
prima di abbracciare i suoi giocatori, ha applaudito e consolato i
suoi avversari. La sua felicità è quella di stare “facendo
qualcosa di straordinario per un Paese intero”. È la bellezza
e il fascino del calcio. Concede sempre un'altra opportunità. Si può
sempre ripartire. È proprio vero che le partite in campo e fuori non
finiscono mai.
(Foto Keystone)