Dal
27 settembre 1970 la Domenica degli italiani non sarebbe stata più
la stessa, nacque Novantesimo minuto; nel 1976 la grafia
diventò 90° minuto. La trasmissione andava in onda a partire
dalle 17 e 45, e proponeva le immagini del Campionato, servizi brevi
ai limiti del conciso. Gli ideatori del programma furono: Maurizio
Barendson; Paolo Valenti; Remo Pascucci. I primi
due erano anche i conduttori. Il medium è il messaggio, altroché
se il sociologo canadese Marshall McLuhan non avesse ragione. Ma 90°
è andato oltre, ha costituito una categoria fondamentale per il
calcio italico. Milioni di persone, svariate generazioni lo hanno
seguito e lo aspettavano con fervore. Diventò un appuntamento
istituzionale; si legittimò in maniera possente; si impose in modo
garbato e raffinato; impresse uno stile lieve eppure significativo.
Il Paese a quell'ora era pacificato, il parossismo era terminato, la
radio aveva concluso da qualche ora le sue cronache. Ameri e Ciotti
avevano raccontato le partite con la voce, e i tifosi attendevano spasmodicamente le
immagini. Certo che si prova nostalgia. Leopardi sosteneva che la
felicità fosse nell'attesa. E forse è proprio così. Ma 90°
non deludeva, confermava quello che l'appassionato poteva solo
prevedere. La Rai ha deciso: la trasmissione non andrà più in onda
la domenica e sarà divisa. È la prevalenza e la vittoria della
società dello spettacolo. Il calcio ne è stato travolto. Per
vederlo bisogna pagare, gli incontri non sono concomitanti. E 90° all'improvviso è assurto a retaggio malinconico, una pastoia di cui
disfarsi, interessa poco al novello spettatore: quello moderno. È
ricordato solo da nostalgici. Il tempo non è circolare, ma è una
linea retta. E nella nostra epoca scorre veloce, chi rimane indietro
non ha capito, non si è integrato abbastanza. Ci si deve aggiornare. De
Gregori ci ha avvertito: “Il futuro è una palla di cannone
accesa, e noi la stiamo quasi raggiungendo”. Purtroppo.
Calcio
"Amici sportivi buonasera"
Dove si parla di 90° minuto e si prova una grande e infinita nostalgia