È
lunedì, la sera incombe quasi suadente, l'autunno è arrivato con
tutta la sua forza e raccomanda malinconia e uno sprazzo di mestizia.
A Lugano-Besso ci sono gli Studi della RSI, un luogo come lo
definisce Marc Augé, ossia è identitario, relazionale e financo
storico. Si percepisce un'atmosfera intimista, che rende sollievo e
promette. La serata la presenta con stile e competenza Gian Luca
Verga. L'attesa è breve, l'ospite rappresenta un tratto di
livello della musica italiana. Viaggia per circuiti periferici,
bisogna andare a cercarlo. È un'artista, un cantautore di quelli che
esplorano in maniera analitica e profonda l'esistenza. Ma il suo
racconto e le sue canzoni non mancano di ironia, e provocano in
maniera intellegibile e pertinente. Paolo Benvegnù ha
quasi 60 anni, negli anni '90 è stato tra i fondatori della band
alternativa 'Scisma'. Ma ora festeggia un ventennio di carriera da
solista. Lo accompagna un gruppo di musicisti, che lo segue e lo
esalta, la complicità è evidente, la corrispondenza e la simbiosi
portano la performance a raggiungere l'eccellenza. La serata si
svolge tra canzoni e narrazione. Benvegnù indossa un vestito
nero, i capelli e la barba sono bianchi, sembra un personaggio
risorgimentale. Interpreta le sue composizioni quasi con devozione e
rende all'ascoltatore flussi di emozioni. Parla in maniera
disinvolta, è sardonico, colto e pungente. Coglie lo spirito del
tempo, l'uomo che intende dominare l'ambiente, non lo asseconda e non
contempla la sua bellezza. La cifra della serata è l'anacronismo e
la rivoluzione, categorie declinate con maestria e che oltrepassano la
presunta idiosincrasia. Aleggia una malinconia creatrice, che sprona
alla speranza, si aggira come moto dell'anima e non come propaganda o
programma politico. Il resto è una conseguenza. La vita è ora e
adesso, l'incontro con l'altro, di cui si vede il volto, rammenta
all'uomo che è un essere sociale e pensante. È la bellezza quando è
imperfetta. Paolo Benvegnù ha vinto la Targa Tenco come miglior
album in assoluto per il 2024 con “È inutile parlare d'amore”.
Musica
La vita è quello che succede e non va inseguita
Il concerto luganese di Paolo Benvegnù, un autore raffinato, ironico e non solo