Storie di sport
Alla ricerca della felicità perduta
Gli atleti di alto livello sacrificano parte della loro vita
Pubblicato il 24.08.2021 08:21
di Angelo Lungo
Borja Valero è felice. Il centrocampista ci ha ripensato. Finita la carriera, aveva subito trovato lavoro: commentatore con Dazn. Ma troppo forte il richiamo del campo. Tornerà a giocare, tra i dilettanti, in Promozione: la squadra si chiama A. C. Lebowski. Posizione ultimo posto. Motivo: ritrovare l'essenza dello sport. Lo spagnolo ha spiegato che aveva smesso di vivere il calcio come divertimento nel giorno in cui varcò la soglia del centro di formazione del Real Madrid a 11 anni. Ha visto scartare l'85% di ragazzini, persone che hanno sacrificato la loro adolescenza per un sogno che non si è mai avverato. Afferma: “Al Real si vive su un altro pianeta. Sei al vertice, ma non è il calcio vero”.
Buffon vuole continuare a essere felice. Uno dei migliori portieri della storia del calcio italiano all'età di 43 anni vuole ancora giocare. Riposte le ambizioni di vincere una Champions, è tornato a nella sua Parma. Ma il debutto non è stato dei migliori. I ducali sono stati costretti al pareggio contro il Frosinone: 2-2 il risultato finale. E critiche all'estremo difensore per i due gol incassati.
Donnarumma chissà se è felice. L'eroe degli Europei. Uno dei più forti al mondo. L'uomo da un ingaggio da 7 milioni. Il protagonista di uno dei casi di mercato: abbandono della Milano rossonera, che lo aveva così tanto amato, e fuga verso la ricca Parigi. Prima convocazione. Trasferta del Psg a Brest. Titolare: Pochettino sceglie l'esperto Keylor Navas.
Ronaldo non è felice. Il portoghese sembra insoddisfatto. Era arrivato, in Italia, per riportare ai vertici la Juve in Europa. Da Torino, sponda bianconera, come di consueto trapela poco. Eppure pare che il matrimonio tra le parti scricchioli. Si dice e non si dice. Vorrebbero separarsi. Ma nessuno intende accollarsi il contratto oneroso della punta.
In un'intervista il tennista Andre Agassi, autore del libro “Open”, a proposito di vittoria e felicità spiega: “Io non sono riuscito a essere felice. Pensavo troppo. Non volevo giocare a tennis... ha rovinato la mia infanzia. Io sono cresciuto con le ossessioni e con le frustrazioni, forse per Federer sarà diverso. Ma quando si sta nel fuoco non si sentono a fondo le scottature. Hai bisogno di allontanarti dall'azione per riuscire a sentire il tuo respiro. È che sono diventato famoso in fretta, ma ci ho messo molto a crescere”.