Un libro, un film
Quando il cuore diventa tenebroso
Storia di un viaggio tra i propri demoni interiori
Pubblicato il 28.08.2021 12:07
di Angelo Lungo
“No, è impossibile, impossibile, comunicare ad altri la sensazione viva di un momento qualsiasi della nostra esistenza, quel che ne costituisce la verità, il significato; la sua sottile e penetrante essenza. È impossibile. Si vive come si sogna: perfettamente soli”.
Joseph Conrad scrive nel 1899 il racconto “Cuore di tenebra”. Nessuna indicazione sull'ambientazione, tuttavia si intuisce che si tratta di un viaggio compiuto a bordo di un vaporetto sul fiume Congo. Il filo conduttore è l'inquietudine. La foresta impenetrabile. Una vegetazione selvaggia. Un cammino avvolto dall'incertezza e dove la speranza sembra vana. Nel cuore profondo non c'è solo l'amore quello unisce il corpo e l'anima ma anche le tenebre: l'oscurità. Ecco l'uomo mosso dalla conoscenza, bramoso di esercitare il suo potere, avido di conquistare ricchezze. Pone un interrogativo: fino a dove gli uomini si possono spingere?
Liberamente ispirato al romanzo, Francis Ford Coppola dirige il film “Apocalypse Now” che esce nelle sale nel 1979.
Siamo nel 1969: guerra in Vietnam. Il capitano Willard (Martin Sheen) si trova a Saigon e trascorre le sue giornate bevendo, per placare il suo malessere interiore e sedare le urla del suo “io”. Viene convocato dai superiori e gli viene assegnata una missione speciale. Deve uccidere un disertore, un colonnello dell'esercito che ha creato una sua comunità nella giungla cambogiana: il militare Walter E. Kurtz (Marlon Brando). Kurtz è intelligente, colto, carismatico è commette il sommo peccato: si sente onnipotente, si fa ammaliare dalla superbia. Willard durante il viaggio, lungo il fiume Nung, studia attentamente il rapporto che gli è stato consegnato e può ancora una volta osservare l'assurdità e l'insensatezza della guerra. Il conflitto è mostrato in maniera epica e imponente. Immagini e parole sono potenti: riportano alla contrapposizione tra il Bene e il Male. E poi c'è l'indagine dell'interiore: l'esistenza che pencola tra raziocinio e follia. Il vero protagonista è la natura umana: quando diventa un continuo tormento. Si parla di potere, etica e ribellione che degenerano e si trasformano: addivenendo orrore.
Capolavoro il libro, capolavoro il film.
“Che bizzarra cosa la vita, questo misterioso congegnarsi di implacabile logica in vista di uno scopo tanto futile. Il più che se ne possa sperare è una certa qual conoscenza di se stessi, che giunge troppo tardi, e una messe di inestinguibili rimpianti”.