Calcio
"Era difficile immaginare un inizio folgorante"
Ludovico Moresi analizza i primi 180 minuti del suo Team Ticino U21 e non solo
Pubblicato il 01.09.2021 11:41
di Carlo Scolozzi
Due partite e altrettante sconfitte per il Team Ticino U21, nel campionato di Prima Classic. Roba da far suonare il campanello d'allarme, anche se il duro avvio non è un fulmine a ciel sereno.
Mister Ludovico Moresi commenta così questi primi 180 minuti.
"L'avvio difficile era ampiamente preventivato, la squadra dell'anno scorso è infatti stata completamente smantellata. Non abbiamo ancora un gruppo definito, siamo un po' in ritardo nella costruzione della squadra. Viste e considerate le premesse era difficile immaginare un inizio folgorante".
Col Paradiso però ve la siete giocata: dal 3-0 di Tuggen al 3-2 coi biancoverdi.
"Nella seconda partita siamo effettivamente cresciuti. Quegli elementi che scendono dal Bellinzona e dal Chiasso hanno fatto meglio e abbiamo recuperato un paio di calciatori. I problemi sono noti: la coperta è corta in difesa e ci manca esperienza. L'unico ad averla è Phelipe, perché ha giocato in serie B brasiliana".
Il suo rapporto con Dario Rota?
"Ottimo, ci completiamo anche caratterialmente, non potevo trovare un assistente migliore. Merito di Cao Ortelli, il nostro responsabile, che l'ha ingaggiato l'anno scorso. Tutti e tre formiamo uno staff che parla la stessa lingua calcistica e siamo inoltre tre amici".
Con Braga come andava?
"Innanzitutto mi dispiace che l'abbiano esonerato. Seguivo i suoi allenamenti, quanto potevo, e parlavo spesso con lui: c'era tanto da imparare sotto il profilo caratteriale. Era sufficiente osservarlo per capirne e coglierne lo spessore. Inoltre si trattava di una persona squisita, sempre disponibile e molto umile, sinonimo questo della sua grandezza".
Novoselskiy?
"L'ho conosciuto 5 anni fa, perché ho lavorato con lui a Lugano quando allenavo la Footeco 13. Ha entusiasmo, ma non conosco i suoi piani, non ho grosse informazioni su ciò che vuole fare. Insomma, non abbiamo rapporti e negli ultimi anni non abbiamo mai parlato di calcio, ma so che è un dirigente passionale".
Muci?
"Un prospetto interessante, ha nelle sue corde la voglia e la capacità di apprendere, hai il gol nel sangue e in area di rigore ha tutte le soluzioni che appartengono a un attaccante di razza".
Il patentino?
"Ero a Macolin settimana scorsa, sto facendo quello Uefa Pro, è l'ultimo, quello che ti fa allenare in Super League. Per me giungere a quei livelli non è un sogno, ma un obbiettivo. È un percorso impegnativo, in Ticino non sono in molti ad avere questo patentino, è difficile essere selezionati per ottenerlo".
La promozione in Super League col Bellinzona nel 2008?
"Un bellissimo ricordo, perché giocammo anche la finale di Coppa Svizzera. Fu un periodo storico. Rammento ancora con nostalgia il calore della gente, In Ticino non avevo mai visto niente di simile negli ultimi 20 anni, eccetto un Lugano-San Gallo 4-1 a Cornaredo, in cui io ero riserva".
(foto Zocchetti)