Calcio
L'Italia spuntata che ormai tutti conoscono
Dal successo all'Europeo all'1-1 con la Bulgaria: vi spieghiamo perché
Pubblicato il 03.09.2021 20:31
di Carlo Scolozzi
Dolci e soavi erano le note emesse dalla banda Mancini nelle magiche notti d'estate, melodie degne del flauto di Pan o della favola dei musicanti di Brema. Smaltita la sbornia di Euro 2020, gli strumenti sono un po' scordati, soprattutto il primo violino.
Uscendo dalla metafora musicale, il problema numero uno di quest'Italia sta nell'inefficacia della prima punta titolare, Ciro Immobile: implacabile se c'è da impallinare lo Spezia, impalpabile oltre gli italici confini.
La questione è comunque più complessa. Nel campionato italiano spopolano i "nove" stranieri, sia nelle squadre di punta che in provincia. Prendete il Venezia di Johnson, per il quale un mio amico non si dà pace. Sì, c'è l'Empoli che punta sui Cutrone e sui Pinamonti, ma è un'eccezione. La verità è che Immobile non gira, Belotti non va meglio e dietro c'è il vuoto. Insomma, ci sarebbero Kean, Scamacca e Raspadori, ma il primo sarà riserva nella Juve, il secondo non è titolare a Sassuolo, il terzo è un ragazzo al quale non si può chiedere di addossarsi il peso di una maglia così pesante. Mancini, o il Mancio che dir si voglia, non può inventarsi un giocatore che non c'è, mica si plasma in laboratorio. Non siamo neanche alla Playstation, dove assembli i valori e la forza di un calciatore come vuoi tu. Si fa con quello che si ha e il calcio italiano propone questo.
Il problema non è nuovo, c'era già all'Europeo, ma le prestazioni di Chiesa e le parate di Donnarumma l'avevano messo un po' in secondo piano. Con la Bulgaria la questione si è riproposta e stavolta niente e nessuno ha fatto crollare il muro avversario, figlio di quel 5-4-1 che a Firenze è valso un punto agli avversari dell'italica orchestra.
Sfruculiando nei meandri di Italia-Bulgaria balza all'occhio anche un'altra tematica, quella della prevedibilità. Insomma, ormai tutti sanno come giocano gli azzurri di Mancini. Qui giunge opportuna la metafora multimediale. Chi affronta i manciniani ha la password per accedere al server azzurro e mettere in campo le opportune contromosse.
All'Europeo l'Italia praticava un calcio ancora sconosciuto ai più, in antitesi con la propria tradizione catenacciara, una manovra offensiva che sorprendeva gli avversari. Quell'effetto non c'è più, la Bulgaria ha messo a nudo i limiti del gioco dell'Italia, alla quale farebbe comodo un piano B per ovviare a quella prevedibilità di cui sopra. 
Incapace di graffiare davvero e senza linfa proveniente dal campionato, al Mancio non resterà che inventarsi un falso nueve, da immettere in un contesto tattico differente da quello attuale: già, perché questa è un'Italia spuntata che ormai tutti conoscono.