Il giorno
dopo i sorrisi si sprecano. Il pareggio con l’Italia rende tutti felici. Non solo
per il punto ma anche per come è stato conquistato.
Sul campo a
sgambettare oggi c’erano i giocatori che ieri sera sono entrati in corso di
partita: i titolari erano invece occupati tra massaggi e «riabilitazione». La buona
notizia è che stanno tutti bene.
Oggi alle
17 si parte per l’Irlanda del Nord dove tra due giorni si gioca una partita di
capitale importanza.
Pier Tami è
rilassato e conscio che ieri sera la squadra ha fatto il massimo.
«Sono
contento per ciò che visto in campo: mi sono piaciute la combattività e la
solidarietà tra giocatori che non avevamo mai giocato assieme. Non è stato
facile, soprattutto nella prima mezz’ora abbiamo sofferto, anche perché l’Italia
come da previsione ci ha aggredito subito».
La squadra
però non ha mai mollato.
«È proprio
questo l’aspetto bellissimo della serata di ieri sera. Anche nella sofferenza
la squadra è rimasta compatta. Poi passata la burrasca, nella ripresa abbiamo
dimostrato buone cose. Spesso nel calcio è semplicemente una questione di
fiducia».
Anche ieri
sera grande partita di Sommer.
«Ormai lo
conosciamo, è un grandissimo portiere. Nelle loro due grandi occasioni lui è
stato decisivo: peccato soltanto che gliele abbiamo regalate noi con dei nostri
errori individuali».
Possiamo
dire che chi ha giocato non ha fatto rimpiangere gli assenti?
«Avevo già
avuto all’Europeo la sensazione che il nostro serbatoio a cui attingere fosse
piuttosto profondo. Ricordo per esempio le partite giocate da Vargas e
Fassnacht, che avevano fatto molto bene. Anche ieri sera quei giocatori che
sono stati chiamati in causa hanno risposto
presente: è veramente una bellissima cosa in prospettiva futura. È
evidente che la classe e la qualità di Xhaka e Shaqiri sono importanti per la
nostra nazionale, ma chi li ha sostituiti l’ha fatto molto bene ovviamente
mettendo in campo altre caratteristiche».
Mercoledì bisognerà
però vincere e perciò fare gol.
«Non sarà
facile contro gli irlandesi, una squadra che lotta e corre moltissimo. È vero, dovremo
avere maggior qualità nelle giocate».
Contento di
come Murat Yakin si è inserito in questo nuovo contesto?
«Siamo solo
all’inizio e per valutare il suo lavoro bisognerà aspettare. Però mi è piaciuto
che nonostante la situazione difficile e le molte assenze, non si sia mai
lamentato. Lui è uno che cerca le soluzioni e ieri sera le ha trovate. Sono
felice anche per lui».
Ultima
cosa: stadio pieno e grande ambiente a Basilea.
«Ritrovare l’atmosfera
dello stadio è stato bellissimo. Un ricordo che serberò a lungo e che mi ha
regalato veramente tante emozioni».
(Nella foto Maffi, Yakin e Tami si salutano prima di un Lugano-Grasshopper: era il 2018)