Verso il Mondiale
Italia, abbiamo dei problemi
Gli azzurri pareggiano due partite e la critica non fa sconti
Pubblicato il 07.09.2021 10:35
di Angelo Lungo
Il pallone rotola veloce. Non c'è tempo. Avanti con frenesia. L'estate non è ancora terminata. È trascorso solo qualche mese dalla conquista dell'Europeo eppure l'Italia è già sotto processo. Complice due pareggi che mettono in forse il primato nel girone. Mancini non è in discussione. È stato lui l'autentico e inaspettato artefice della recente vittoria. Ma il tecnico manifesta evidenti segnali di nervosismo e la calma mostrata durante la rassegna europea pare svanita. Nei due impegni sostenuti, sotto il profilo del gioco, gli azzurri non hanno demeritato, anzi per le occasioni avute i risultati dovevano essere diversi.
Tuttavia alcune riflessioni sono da fare.
L'Italia agli Europei è stata una sorpresa. Ha proposto schemi e gioco inediti rispetto alla sua tradizione. Ma ora gli avversari la conoscono e prendono le loro contromisure. Sanno come affrontarla.
La condizione fisica in questa fase della stagione è fondamentale. Altre Nazionali hanno faticato: la Spagna, la Francia. Giocare contro squadre che hanno già minuti nelle gambe è complicato.
Gli azzurri non hanno attacco. Sia contro la Bulgaria che con Svizzera, il tridente ha presentato tutti suoi limiti. Immobile fa sfracelli in Campionato sembra immarcabile ma in campo internazionale palesa tutte le sue carenze. È titolare per mancanze di alternative. Basta scorrere la classifica del Campionato e si può osservare che le squadre della parte alta, tranne la Lazio, hanno centravanti stranieri. Insigne ha doti tecniche indubitabili, ma non ha fatto il salto di qualità. Non ha il carisma per essere decisivo e per risolvere le partite quando le circostanze lo esigono. Non è un leader capace di imporsi e diventare un punto di riferimento per i compagni. Berardi è il classico talento dalle grandi potenzialità che rimangono tali. Esprime il meglio di se stesso in un contesto provinciale. Fa fatica a reggere le pressioni.
Si aggiunga che il torneo non propone nessuna novità. Il 62% delle formazioni schiera giocatori stranieri sul cui reale valore ci sarebbe da discutere. Sebastiano Esposito è ritenuto una grande promessa. È di proprietà dell'Inter. La stagione scorsa i nerazzurri lo hanno prestato al Venezia, che giocava in B. L'attaccante il campo non lo ha mai visto. Ora è uno dei protagonisti del Basilea, dove sta sfoggiando tutte le sue doti.
E se poi Mancini decide di tenere in panchina, come contro la Svizzera, Chiesa, allora è evidente che il pallone fatica a gonfiare la rete.