Inizia questa sera una stagione che per il Lugano vuol dire tanto.
Con il ritorno del pubblico, l’aiuto di un mercato che ha ricevuto gli applausi
anche dal presidente Vicky Mantegazza e l’ingaggio di un allenatore che tutti
descrivono come un autentico “mago”, i bianconeri partono con tantissime
aspettative. Inutile nasconderlo.
MC Sorley sarà la figura centrale del nuovo progetto, quello che stavolta
dovrà assolutamente portare a quel titolo che si aspetta ormai dal lontano
2006.
I tifosi hanno voglia di tornare a vincere, la società forse anche di più.
Si nota, in certi slogan che assomigliano molto a un “facciamoci coraggio”, un
mix tra legittimo ottimismo e ansia da prestazione.
Vinceremo quest’anno, o forse il prossimo, o forse il prossimo ancora. Ma
vogliamo vincere. Ormai è stato detto.
Si è parlato di farlo in 3-5 anni. Non è forse troppo tempo in un mondo, quello
dello sport, che non è mai riuscito a pianificare a lungo termine? E a Lugano (e
non solo ovviamente) ne abbiamo avuti di esempi.
Si riparte da una base di squadra comunque solida che lo scorso anno con
Serge Pelletier aveva chiuso la regular season al secondo posto: poi finì come
tutti sanno contro il Rapperswil.
MC Sorley, che a Ginevra ha lasciato il segno, è uno che ha personalità ed
esperienza da vendere. Anche lui non è più giovanissimo però e ha tanta voglia
di vincere quel trofeo che non ha ancora alzato. È venuto a Lugano per portare
a termine questa missione e il club gli sta mettendo a disposizione tutto il
necessario per riuscirci.
Ora tocca a lui, alla sua capacità di gestire lo spogliatoio e di caricare
un ambiente che non vede l’ora di poter accendere la miccia.
Mc Sorley non può sbagliare, non può tradire la fiducia dei dirigenti e di
quei tifosi che lo hanno già accolto come il salvatore della patria, nonostante
fino a ieri lo odiassero con tutto il cuore.
È lo sport, la bellezza di una passione che spesso non è ragionevole. Ma in
fondo è bello proprio per questo.
Se poi si dovesse vincere…
(Foto Zocchetti)