Chissà cosa starà pensando Luca Cereda.
Ci piacerebbe essere nella sua testa per capire quali sono veramente i suoi pensieri.
Capire, con la sincerità che lo contraddistingue da quando è sulla panchina leventinese, cosa pensa di questo suo Ambrì.
Non uno sfogo post-partita fine a se stesso, ma una riflessione profonda sulla
sua squadra. Che un uomo di estrema cultura sportiva come lui è senza dubbio capace di fare.
Se è vero che
stiamo vivendo un campionato atipico, senza pubblico e con un calendario a dir
poco bizzarro, è anche vero che prima o poi bisognerà iniziare a sfrondare
questa stagione dagli alibi che dopo tre mesi non possono più valere.
Dire che all’Ambrì
manca uno straniero non è più una giustificazione, soprattutto perché la
squadra ha dimostrato di poter sopperire a questa assenza.
Quello che
colpisce, nella netta e per certi versi inattesa sconfitta di Rapperswil, è il
ricordo delle parole pronunciate alla vigilia da Cereda.
Concetti improntati
alla speranza o forse addirittura alla consapevolezza di essere in crescita.
“Dopo 24 partite vogliamo
fare un passo avanti”, aveva detto l’allenatore. E ancora: “Voglio vedere un’evoluzione
a livello di continuità e di costanza di rendimento”, per concludere con un: “Ci
stiamo allenando bene, dobbiamo mettere in pista la stessa fame di giovedì contro
i Lions”.
E allora è normale
che la partita di ieri sera, alla luce delle parole del coach, assumeva i connotati
di una vera e proprio prova da superare. Un esame che non si poteva fallire.
La sconfitta, sul
piano numerico, cambia forse poco nella stagione dell’Ambrì. Ne siamo tutti
consapevoli.
Ma è la brusca
frenata, l’evoluzione che non c’è, il passo in avanti che non arriva. Questo
deve preoccupare. Più di una classifica che in questo momento, oltre ad essere
difficile da leggere (o interpretare), non è una priorità.
E allora siamo
sicuri che Cereda ieri sera è tornato a casa preoccupato, con in testa la frustrazione
di un messaggio che non passa con la continuità da lui auspicata.
E soprattutto
cercando di arrovellarsi per capire dove sta sbagliando.