I tifosi
dell’Ambrì non stanno più nella pelle.
Domani sera
la «Gottardo Arena» (il presidente Lombardi ha detto che per il momento si può
chiamarla così, in attesa che una delle tre trattative si concluda per il tanto
atteso «naming») sarà presa d’assalto.
Come ha
ribadito ieri sera a Fuorigioco il presidentissimo, «era impossibile e perciò
lo abbiamo fatto».
Sembra un’esagerazione
ma non è così. Lo può testimoniare chi era presente quell’uggiosa mattina del
2009, quando al Ristorante Morobbia di Camorino andò in scena una delle
conferenze stampa più drammatiche dello sport ticinese.
Il
presidente Lombardi disse, con un fare da ultima spiaggia: «È il giorno più triste
della storia dell’Ambrì».
Non so se lo
fosse davvero, ma sicuramente sui volti di chi era seduto a quel tavolo si
leggeva tutta la preoccupazione.
C’era il
rischio di veder finire la lunga e gloriosa storia dell’HC Ambrì Piotta, una
società che a modo suo aveva scritto pagine indelebili, dentro e fuori dal ghiaccio.
Per
fortuna, dopo 12 lunghi anni, domani il presidente più longevo della storia
biancoblù, sarà pronto a dare il primo simbolico ingaggio. Tanta gioia,
commozione e sicuramente un lungo sospiro di sollievo lo accompagneranno. Ci
sarà un’ovazione meritata, sulle note della Montanara che per una volta
(eccezione che si giustifica assolutamente) verrà intonata prima della partita.
Ieri sera a
Fuorigioco era presente anche l’architetto di fama mondiale Mario Botta, uno dei
«mostri» nell’arte di costruire bellezza e ridare forma ai vari paesaggi.
Il suo
progetto, passato dagli 80 milioni iniziali ai 50 attuali, è diventato realtà,
in mezzo a mille dubbi e a qualche momento di scoramento. La pista la vedranno in
tanti, essendo ubicata di fianco all’autostrada e presto diventerà il simbolo
del nuovo Ambrì.
Il resto lo
farà la squadra, che una volta passate le emozioni per la nuova pista, dovrà regalare
ai tifosi anche gioie sul ghiaccio.
(Nella foto Putzu, la nuova pista è pronta per la prima partita)