La serata perfetta, dove non c’è bisogno di cambiare assolutamente nulla.
La nuova pista, la Montanara prima e dopo la partita, una vittoria
spumeggiante e un ambiente così eccitato che sembrava di vivere un sogno.
E invece era tutto vero.
Quanto abbiamo aspettato questo momento e quanto siamo contenti adesso: non
si può spiegare nemmeno con le parole.
E nonostante la nostalgia per aver lasciato, a qualche centinaio di metri,
un pezzo del nostro cuore. L’abbiamo salutata e ringraziata la vecchia pista:
ci ha fatto crescere, ci ha insegnato la vita e ora giustamente riposa. In noi
resterà sempre indelebile il suo ricordo, che cercheremo di tramandare anche a
chi non ha avuto la fortuna di conoscerla.
L’Ambrì va avanti, con l’orgoglio di sempre, conscio di essere un’eccezione
nel panorama dello sport mondiale. A testa alta, davanti ai momenti difficili,
che prima o poi si ripresenteranno.
Ieri sera la squadra e il club (con Lombardi in primis) hanno dimostrato,
semmai ce ne fosse bisogno, di riuscire nei miracoli.
“Era impossibile, perciò lo abbiamo fatto”. Il presidente lo ha ripetuto
con orgoglio prima della partita, dove le parole (grazie anche all’acustica) riecheggiavano
all’interno della pista fino a entrarti dolcemente in testa. E noi, lì, a farci
cullare nel frastuono della nostra nuova casa.
Alla fine della partita non saremmo voluti andare via: ci guardavamo negli
occhi a chiederci se era tutto vero, ci abbracciavamo come se dovessimo andare
in guerra e poi ci siamo dati appuntamento alla prossima partita. Al prossimo
appuntamento. Al prossimo ritrovo tra amici.
Con la sensazione, facendo tutti gli scongiuri del caso, che oltre alla
pista e alla commozione di questi giorni, c’è qualcosa di più.
Una squadra che… no no, va bene così. Per adesso. Chiedere di più sarebbe
da incoscienti.
(Foto Putzu)