Oggi rientra
Mijat Maric.
Venerdì in
conferenza stampa Mattia Croci-Torti lo ha detto in maniera quasi veemente: “Io
senza Maric domenica non gioco”.
Una dichiarazione
di fiducia che raramente si sente da un allenatore. Figuriamoci ad interim.
Maric rientra con
le sue qualità calcistiche ma soprattutto umane. Con quell’intelligenza emozionale
che serve alla squadra, che influenza l’intero ambiente.
Non sarà più
giovanissimo e nemmeno velocissimo, eppure Maric resta un punto di riferimento.
Dentro e fuori dal campo.
In una nuova
rubrica che il FC Lugano ha inaugurato in collaborazione con Erbe Ticino e
Tisana Olivone, Maric ha parlato in questi giorni della sua passione per la
lettura.
“Uno, nessuno,
centomila”, il libro preferito dal difensore del Lugano. Scritto da Pirandello parla
della vita di un uomo che dopo un’osservazione della moglie sul suo naso che “pende
a destra”, si ritrova a riconsiderare la propria vita e il modo in cui gli
altri lo vedono.
Maric, con la
flemma di un professore di letteratura, ci riassume il libro, affascinato da
quell’autore che ci spiega che “noi esseri umani vogliamo sempre etichettare
tutto, pronti a criticare gli altri e soprattutto vogliamo delle risposte
immediate. Non siamo più disposti a perdere tempo per approfondire le varie
tematiche”.
Che Pirandello
stesse parlando del calcio dei giorni nostri?
La lettura, come dice
Maric, è emozione: un libro ti apre il cuore e la mente. Ti cambia da dentro.
Oggi non siamo quelli di ieri e nemmeno quelli di domani.
Un libro può
stupire anche chi come lui sembra già piuttosto predisposto all’apertura verso
il mondo circostante e sa assaporare i momenti belli del calcio.
Sarà l’età o
semplicemente la sensibilità innata in ognuno di noi. Chissà.
“Mi piacciono le
trasferte, i momenti in hotel con i compagni in giro per la Svizzera. Una volta
a casa mi prendevo del tempo per stare da solo, per riflettere. Ora con i bimbi
è un po’ più difficile”.
Termina come
farebbe un professore o semplicemente un leader: “Consiglio ai giovani questa
lettura: a me è servito tantissimo quando ero a scuola. Mi ha fatto vedere il
mondo con altri occhi”.
Oggi Maric
rientra, per una partita difficile, senza libri ma con in testa il suo sapere e
le sue emozioni. Che su un campo di calcio a volte sono la cosa più importante.
Bentornato Professore!
(Foto Putzu)