Dovevamo vincere e invece abbiamo perso. Lo abbiamo fatto pure male. Senza
nessun tipo di discussione.
Ribaltati dall’ultimo in classifica, da quell'Ajoie appena promosso.
Sembrava una formalità e invece non è stato così.
Una serata storta, che ha coinvolto tutto il collettivo. Niente scuse,
niente giustificazioni.
Peccato, perché la sconfitta contro lo Zugo ci aveva comunque lasciato buone sensazioni.
Abbiamo sottovalutato gli avversari o eravamo stanchi della sera precedente?
Non lo so e onestamente non mi interessa.
Sono stupito? No, per niente. Non tanto per la sconfitta, che ovviamente mi
lascia l’amaro in bocca, ma perché in questi anni l’Ambrì ci ha abituato a
questi alti e bassi. Fa parte del nostro DNA.
In fondo, e lo dico con un po’ di ironia, è bello ritrovare il nostro
Ambrì, quello di sempre, capace di imprese memorabile e tonfi da diventare
rossi.
Non basta la pista nuova e nemmeno una squadra che sembra più attrezzata
rispetto al passato: noi siamo e restiamo l’Ambrì di sempre.
Ora però, e lo dico con un piglio più deciso, non possiamo permetterci di
perdere contro il Rapperswil.
Siamo partiti bene, con l’entusiasmo dei risultati e della pista nuova. Non
buttiamo via tutto in meno di una settimana. Sarebbe un peccato mortale. Anche
per l’Ambrì degli alti e bassi. A tutto c'è un limite.