Non giriamoci
troppo attorno: sabato per i biancoblù è stata una sorta di Waterloo.
Le
dichiarazioni pre partita, le aspettative riposte sulla truppa di Cereda dopo
la rimonta contro lo Zurigo fatta di abnegazione e sacrificio, lasciavano presagire
ben altri epiloghi.
Invece si è visto un Ambrì-Piotta
molle come non ce lo
saremmo mai aspettati.
Eppure era la
stessa squadra che aveva fermato l’attacco dei Lions e del Gotteròn qualche giorno prima.
La frustrazione
nel popolo biancoblù arriva proprio da questa discontinuità e non si cerchino
scusanti sull’assenza di stranieri ai box o in quelli non arrivati. La squadra
scesa in campo a Rapperswil era la stessa che tenne in scacco i leoni.
Tuttavia, era anche la stessa che dopo aver domato i dragoni s'era fatta sbranare
dagli orsi.
Certo, sabato è
stato uno shock e c’ho messo due giorni prima di poter minimamente proferire
parola che potesse essere proposta, ma da qualche parte dopo una simile resa
bisogna pur ripartire.
Fosse per me, ripartirei da Östlund.
Non che Ciaccio abbia particolari colpe sulle disfatte, ma ho l’impressione che il figlio d’arte dia più sicurezza alla retroguardia quando va in difficoltà.
Certamente la
sconfitta di sabato non preclude l’esito di un campionato che ci si ostina a
voler mantenere terribilmente in salita, ma una simpatica frecciata al nostro capitano
vorrei tirargliela: “prima di iniziare a pensare di poter battere chiunque,
magari cerchiamo di portare a casa punti nelle partite che dobbiamo vincere!”
Tre sconfitte nei derby e con i Lakers, due battute d'arresto con i Tigers. Sono qui che l'Ambrì ha perso punti pesanti. Punti che fanno arrabbiare.
(Foto Putzu)