Offside
McSorley e la scelta del portiere: c'è tanto lavoro da fare...
Fari spuntati sul Lugano, stasera a Davos e poi il derby: appuntamenti cruciali
Pubblicato il 08.10.2021 08:19
di L.S.
A Lugano si è ancora a metà del guado. Certo, siamo a inizio stagione e perciò è giusto dare tempo a McSorley di trovare il giusto assetto e di cercare di capire come far funzionare al meglio la sua squadra, ma è innegabile che al netto delle assenze e degli infortuni qualcosa non quadra.
Dal neo allenatore ci si aspettano grandi cose e qualcuno lo ha paragonato, in maniera piuttosto azzardata, ad Arno Del Curto. Uno che ha vinto sei campionati! La domanda che sorge spontanea è questa: “Non è che dal coach canadese ci si attenda troppo”?
Finora, tranne qualche fiammata qua e là, McSorley non è ancora riuscito a trovare una identità di squadra e a parte i gol di Fazzini, le giocate sporadiche di Arcobello e la solidità in porta di Schlegel, questo Lugano ha dato segni di insicurezza. Ultimo esempio la Champions League di qualche giorno fa. Anche a livello di temperamento, se lo stesso coach deve arrivare a dire “i nostri avversari hanno voluto più di noi la vittoria”, significa che nemmeno dal punto di vista mentale questa squadra ha finora assorbito la grinta del tecnico.
A proposito di portieri poi, con l’infortunio del titolarissimo Schlegel, presto dovrebbe arrivare un sostituto. Al di là del nome di chi arriverà, l’ingaggio di un estremo difensore straniero ha fatto storcere il naso a chi sperava si potesse dare una chance ai giovani Fatton o Fadani.
La società, visto la prolungata assenza di Schlegel ha fatto bene a correre immediatamente ai ripari. Forse avrà capito che i due ragazzi, per quanto bravi e promettenti, non possono rappresentare una garanzia assoluta in un momento così delicato della stagione. Decisione perciò ineccepibile.
L’errore, quello sì grave, è stato di promettere che si sarebbe puntato sui giovani. Un errore di comunicazione che commettono spesso le società. Risposte di comodo davanti alle domande, quelle sì piuttosto scomode, sul tema dei giovani.
Meglio essere onesti e ammettere: “Vogliamo vincere il titolo nei prossimi tre anni e per farlo utilizzeremo chi ci darà più garanzie”.
Senza ipocrisie.
(Foto Putzu)