Tribuna presidenziale
Il premio, il talento e i fischi: che settimana!
Onorato per il riconoscimento, felice per il Crus, curioso di vedere la Nazionale
Pubblicato il 08.10.2021 08:37
di Angelo Renzetti
Sono molto felice e orgoglioso, e al contempo un po’ imbarazzato, per il premio che la città di Lugano mi darà lunedì sera. Alla fine però è vero che nessuno è mai stato così tanti anni alla testa del FC Lugano. Quando ci ripenso sento di aver fatto una piccola follia ma anche una sorta di miracolo. Adesso che sono fuori mi manca il contatto con i ragazzi e l’entourage, non mi manca invece il giorno 5 di ogni mese quando dovevo versare i salari. Ogni volta era un mal di pancia.
Nella vita conta il percorso che si fa e anche se ho commesso qualche errore, riconosco che ho avuto grandi soddisfazioni in questi anni.
Sono felice che la squadra stia andando bene: quest’anno, a differenza delle ultime stagioni, non credo che dovremo avere paura della retrocessione. Croci-Torti ha portato in panchina quell’entusiasmo e quell’empatia che già aveva come assistente e lo staff tecnico è rimasto lo stesso. Credo che il Lugano abbia fatto la scelta migliore: sono loro la forza di questa squadra.
Poi naturalmente aggiungiamoci l’esperienza dei “vecchi”, che garantiscono solidità alla squadra e l’arrivo di alcuni nuovi ragazzi come Celar e Amoura, davvero promettenti. L’algerino è uno che mi piace moltissimo: è un tipo alla Bottani, uno che ti può sempre regalare qualche numero e far cambiare la partita. Giocatori così sono il sale del calcio.
Nelle prossime ore tocca alla Svizzera e sono curioso di vedere le partite. Dobbiamo avere fiducia in questa squadra, anche se ci sono delle assenze importanti. Bisogna contare sullo spirito di squadra, cercare di creare la giusta alchimia per raggiungere i risultati, prendendo magari spunto proprio dall’Italia, che vinse così un Europeo. E poi ci vuole il coraggio, quello che ho visto nella Spagna di Luis Enrique contro l’Italia: schierare un giocatore di 17.enne non è da tutti. Complimenti al ragazzo (Gavi), davvero impressionante.
Concludo con i fischi a Donnarumma e all’inno spagnolo: sono cose brutte, che fanno male, ma che in fondo bisogna un po’ relativizzare. Come ciò che accade ogni tanto sui campi dei Minori.
Il calcio è lo specchio della vita, ciò che succede nel rettangolo verde succede anche fuori, nella vita di tutti i giorni. Giusto condannare ma è inutile sorprendersi. Queste cose purtroppo ci saranno sempre.