Gli appassionati di
automobilismo si ricordano o perlomeno sanno chi fu Alberto Ascari
(1918-1955), due volte campione del mondo di Formula 1 su Ferrari nel
1952 e nel ’53, vincitore di tredici Gran Premi su 32 disputati,
quattro altri podi, 14 pole position e 12 giri più veloci.
Figlio d’arte (del
padre Antonio Ascari che vinse un GP d’Italia nel 1924 a Monza),
Alberto iniziò la sua carriera, come molti italiani, correndo in
moto, in sella a Sertum, Gilera e Bianchi in prove e gare e ottenne
una dozzina di vittorie tra il 1936 e il ’39.
Pochi sanno che il
futuro campione delle quattro ruote fece un’apparizione al Circuito
di Locarno del 1938 che si correva sulla pista quadrangolare
dell’Isolino su 60 giri per una distanza di 99,6 km. Si piazzò
terzo sulla sua Bianchi Freccia Celeste 500 GP nella classe delle
mezzo litro, vinta dal connazionale Omobono Tenni (Guzzi) davanti al
francese Léon Cora (Sarolea). Miglior ticinese, sesto, Arturo
Bizzozero, ticinese domiciliato a Berna tesserato dal Moto Club
Ceresio.
La Bianchi nacque
come una piccola officina per la costruzione e riparazione di
velocipedi e fu fondata a Milano nel 1885 da Edoardo Bianchi. È
tuttora esistente e fa parte del gruppo svedese Cycleurope AB. La
prima vettura fu la Bianchi 8HP del 1901. Un'automobile elegante
riservata ad una clientela facoltosa. Dagli anni venti l'azienda si
dedicò alle corse motociclistiche con importanti piloti come Tazio
Nuvolari, Alberto Ascari, Dorino Serafini e Amilcare Moretti.