Film Festival dei Diritti Umani
Senza diritti non c'è democrazia
Una rassegna cinematografica, dei dibattiti per discutere e approfondire temi importanti
Pubblicato il 14.10.2021 15:24
di Angelo Lungo
Antonio Prata è il Direttore del Film Festival dei Diritti Umani. È appassionato e motivato. Convinto e consapevole che una simile manifestazione abbia una validità etica e l'ambizione di suscitare discussioni su argomenti che sono da analizzare con attenzione. La rassegna è giunta all'8° edizione: dal 13 al 17 ottobre propone 29 proiezioni in due sale: il Cinena Corso e il Cinema Iride di Lugano.
Qual è il significato della rassegna?
“Riflettere, mettere in evidenza che l'uomo è uno solo. I diritti devono essere sanciti e, dove lo sono, garantiti. Esistono ancora troppe disparità in relazione ai diritti politici, economici e sociali. Bisogna parlare e informare”.
Cosa intende per informare?
“Viviamo in un'epoca dove sembra prevalere un caos generale. La tecnologia ha preso il sopravvento. Siamo inondati di notizie che non sempre sono attendibili. Il Festival è incentrato sull'approfondimento e sul dibattito”.
Il taglio generale?
“Trattiamo varie tematiche, che ci vengono suggerite dai film stessi. Intendiamo discettare di libertà di espressione, di libertà di stampa. Vogliamo ragionare sul potere e di come quest'ultimo incide sulla realtà sociale, economica e politica”.
E quello più specifico?
“La memoria. Il nostro passato che costituisce e costruisce la nostra identità. Talvolta si tratta di avvenimenti tragici e che non devono essere dimenticati. Ricorderemo, ad esempio, la guerra in Bosnia, che sembra così lontana eppure è così recente. Un conflitto che si è combattuto vicino a noi”.
A chi vi rivolgete?
“L'intento è quello di raggiungere la maggior parte delle persone. Coloro che nel quotidiano vogliono incontrare l'altro. Ma vogliamo intessere un dialogo con i giovani, gli studenti. A torto considerati poco interessati a certe problematiche. Invece lanciano messaggi che noi dobbiamo cogliere e rilanciare. Capiscono e noi dobbiamo aiutarli a comprendere realtà complesse e complicate”.
Cosa rappresenta il film?
“Il cinema è come un tempio. La sala. Si spengono le luci e comincia la magia della proiezione. Si condividono con sconosciuti sensazioni. Ci si concentra e nello stesso tempo ci si lascia andare all'emozione. Un film penetra il corpo e arriva al cuore. Noi diamo la possibilità di vedere una pellicola e di ascoltare il racconto dell'autore, un contatto diretto”.
Quando il diritto diventa umano?
“Il diritto è vita, è uno slancio. Vuol dire andare incontro al nostro simile. Solidarizzare con lui. Abbiamo bisogno di relazionarci, abbiamo bisogno di chiedere e di donare. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi, ma aprirci al confronto. Il diritto è garanzia di libertà”.
Scrive il filosofo della politica Norberto Bobbio: “Diritti dell'uomo, democrazia, pace sono tre momenti necessari dello stesso movimento storico”.