La scena è
“deamicisiana”: siamo negli spogliatoi dell’Hallenstadion,
pochi minuti dopo la fine di Zurigo-Lugano, terminata male per i
bianconeri ( la squadra ha giocato meglio dell’avversario ma ha
pagato la sua totale inefficienza offensiva). Il giovane Nicolò
Ugazzi, buttato ancora una volta nella mischia da Pelletier per
supplire all’assenze di Heed e Riva, ascolta in religioso silenzio
le parole di Alessandro Chiesa che gli è seduto accanto mentre
consumano uno spuntino post-partita. Il ragazzo non batte ciglio,
l’ex capitano la sa lunga e i i suoi consigli sono sicuramente
preziosi. Nicolò , ragazzo umile e modesto, accoglie pure con una
certa emozione i complimenti di alcuni giornalisti. Di certo, quella
contro i Lions è stata la sua “partita”: ancora una volta ha
confermato di essere un giocatore su cui investire in futuro. Contro
Wick e compagni ha giocato una decina di minuti, durante i quali ha
sciorinato doti importanti come la semplicità, il coraggio e un
intelligenza tattica non comune per un quasi esordiente come lui.
“Sono molto contento per Nicolò
– afferma Serge Pelletier – In questa
serata che avrebbe dovuto e potuto concludersi in modo diverso, ha
confermato di essere un giocatore di personalità:”.
Malgrado la
sua statura (1 metro e 68) non si è sottratto nemmeno alla dura
prova dei contrasti alla balaustra con autentici marcantoni quali
Pedretti o Schäppi, contro i quali ha messo in campo tutta la sua
grinta e la sua irriverenza. Ha impostato il gioco con calma e
naturalezza (al contrario dell’ impacciato e lento Loeffel) e si è
pure presentato dalle parti di Flüeler con disinvoltura. Insomma:
una partita da 5 in pagella.
Ovviamente
soddisfatto il giovane difensore , che sta prendendo le misure al
massimo campionato. “Arrivare qui è
certamente il massimo. Ci pensi sin da quando militi nelle categorie
inferiori. Non credevo di entrare in prima squadra. Devo ringraziare
tutti: dallo staff, ai dirigenti e ai miei compagni di squadra che mi
stanno aiutando in modo incredibile” ha
detto. “Cerco di rubare il mestiere agli
altri, cerco di stare concentrato e non farmi distrarre. Il fatto poi
che Pelletier mi dia tanta fiducia e tanto ghiaccio non può che
aiutarmi a crescere”.
Il “piccolo grande” Ugazzi è solo agli inizi. Altre difficili e delicate sfide lo attendono. Il futuro, scommettiamo?, non può che sorridergli!
Il “piccolo grande” Ugazzi è solo agli inizi. Altre difficili e delicate sfide lo attendono. Il futuro, scommettiamo?, non può che sorridergli!
(foto Putzu)